Insistentemente si parla di prezzi medi oscillanti fra 530.00 e 560.00 Euro a tonnellata; chi li ha stabiliti? Sulla base di quali costi? È il risultato dell’incontro domanda ed offerta del libero mercato? E in questa fase si può parlare di mercato libero? Certo è che tali prezzi indipendentemente da chi siano stati voluti o decisi difficilmente coprono il costo di produzione soprattutto di quelle aziende che operano nella media collina e nelle aree cerealicole non irrigue.
Tuttavia vi è in atto una campagna propagandistica, ben foraggiata da parte dei poteri che detengono il monopolio della materia prima ben organizzata e finalizzata a mistificare per indurre i produttori ad appagarsi anche di offerte inferiori. Tavolo Verde Puglia e Basilicata ritiene che tali tentativi debbano essere preventivamente messi al bando attraverso un intervento formale ed ufficiale concordato dai due ministeri competenti (Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) e al contempo sempre con formali atti a carattere istituzionale si definisca un prezzo di vendita in azienda non al di sotto di 600.00 E/ T pari a 60.00E/ q.li.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze -chiede il Tavolo Verde-disponga sull’intero territorio nazionale a partire da subito una fitta rete di controllo, di informazione e tracciabilità al fine di garantire al produttore agricolo equi prezzi di vendita e trasparenza nella movimentazione della merce. Tavolo Verde Puglia e Basilicata, ritiene che in questa particolare fase tali misure sono indispensabili per evitare fatti speculativi e conoscere preventivamente le produzioni interne ed eventuali fabbisogni esterni (importazione). Sulla scorta dei dati pregressi l’Italia produce complessivamente una massa di 7.000.000 di T di grano di cui 4.000.000 di frumento duro e 3.000.000 di frumento tenero; questi dati ci offrono un quadro abbastanza chiaro di come il comparto si possa prestare a diversi livelli di speculazione a partire dalla prima fase della produzione fino alla commercializzazione del prodotto finito con conseguenze ovviamente dirette sul produttore e sul consumatore. La posta in gioco è senza alcun dubbio elevata anzitutto sul piano economico non meno su quello della distribuzione equa degli alimenti i cui riflessi, ovviamente, si colgono anche sul piano sociale etico e morale.
Così in una nota stampa, Francesco Malvasi per Tavolo Verde Puglia e Basilicata