Già nello scorso febbraio Ranucci, ospite di Gramellini nella trasmissione “In Altre Parole” in onda su La7, assistette in presenza alla docu-intervista realizzata dalla giornalista Laura Bonasera in merito alla questione di un centinaio di piccoli pazienti materani rimasti senza terapie a causa della malagestione dei fondi destinati alle terapie ex art.26 (logopedia, fisioterapia, neuropsicomotricità, ecc) da parte della Regione Basilicata, e ne fu molto toccato. Sensibile da sempre alle vicende che la politica vorrebbe spesso rimanessero sotto silenzio, Ranucci ha voluto incontrare Guido Galante e Federica Aldrovandi, rappresentati della Associazione Famiglia Futura ODV, i genitori che si impegnano a difendere i diritti alla salute e all’inclusione dei propri figli, per avere un ragguaglio sulle evoluzioni della vicenda. Purtroppo infatti, è tristemente attuale quanto denunciato già a febbraio dall’Associazione, poiché, a parte le promesse e gli slogan elettorali, ad oggi nulla è cambiato nelle assegnazioni dei budget relativi alle terapie, e il centro riabilitativo Rham di Matera ha già comunicato che, in assenza di garanzie di copertura economica da parte della Regione, si vedrà costretto a non rinnovare i progetti terapeutici, e quindi le terapie subiranno un nuovo stop.
Ranucci conosce personalmente molto bene l’importanza delle terapie ex art.26 per i piccoli con disabilità, e sa perfettamente quanto questo ulteriore stop significhi in termini di danno per un bambino in età evolutiva. Galante e Aldrovandi hanno quindi consegnato a Ranucci un dossier dettagliato sullo stato attuale della vicenda “terapie ex art.26 in Basilicata”, dove i paradossi e le sperequazioni sono correlate a numeri e cifre eloquenti. Una vicenda che ad oggi muove circa 30 milioni di euro all’anno, distribuiti e gestiti in modo assolutamente iniquo e inefficiente. “Le disparità sono evidenti e noi stiamo cercando di denunciarle da mesi. – hanno dichiarato Galante e Aldrovandi- Da un lato infatti assistiamo a situazioni paradossali, in cui vengono assegnati budget significativamente alti a strutture che poi in modo strumentale ciclicamente e ingiustificatamente non pagano i propri dipendenti. D’altro canto, invece, abbiamo un evidente affossamento economico proprio dei centri che invece investono nelle proprie strutture, in personale altamente qualificato, nelle attrezzature e nelle terapie ambulatoriali dei minori, anche se molto meno remunerative di quelle domiciliari ai pazienti adulti e anziani, per offrire degli strumenti sempre più efficaci nel dare un futuro dignitoso ai nostri figli. Non è inoltre chiaro come alcune strutture afferenti alla Azienda sanitaria di Potenza continuino ad operare sul territorio materano, pur in assenza dell’accreditamento per il percorso ambulatoriale, e assorbendo di fatto importi relativi al fabbisogno del territorio di Matera. Il dato più evidente è appunto la sperequazione tra Potenza e Matera: i budget sono infatti assegnati al 91% a strutture potentine e solo al 9% a quelle materane. Differenza questa assolutamente non linea con le percentuali della popolazione, che si attestano invece su un rapporto di 2 a 1. Da mesi aspettiamo dalla Regione trasparenza sui fabbisogni delle due Aziende Sanitarie lucane, da mesi aspettiamo risposte concrete che mettano fine ad una malagestione che ormai va avanti da troppo e che oggi sta creando un danno irreparabile alla categoria più fragile della nostra comunità: i bambini con disabilità.” Questi dunque i punti salienti che sono stati trattati con Ranucci, perché dove non arriva l’interesse dei nostri governanti fortunatamente arriva quello di qualcuno che ha ancora il coraggio di andare in fondo e denunciare le gravi violazioni dei diritti dei cittadini, affinché venga finalmente fatta “La Scelta” giusta.