Il procuratore capo poi individua tre “distinte zone territoriali in cui insistono diversi sodalizi mafiosi: l’area di Potenza e del suo hinterland, quella del Vulture Melfese, e infine il territorio della fascia jonica metapontina la cui vulnerabilità mafiosa è rappresentata dalla particolare posizione geografica, vero e proprio snodo tra Puglia, Calabria e Campania”. “Oltre agli stupefacenti, nel Metapontino, l’attezione delle forze di polizia, della magistratura e dell’autorità prefettizia è prioritariamente rivolta al contrasto dei tentativi di condizionamento della pubblica amministrazione e di infiltrazione del tessuto economico-finanziario da parte della criminalità organizzata».
“Lo scenario della regione, si legge ancora nel documento, segnato dalle difficoltà economiche in cui versano le imprese e dall’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente, rappresenta un fattore di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti, molto interessate anche ai cospicui flussi di fondi pubblici investiti nel territorio”.