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Il Convento di Pisticci, in Basilicata, come è comunemente conosciuto (oggi Parrocchia S. Antonio) è una nobile e secolare storia di fede e di antiche testimonianze religiose da circa sette secoli. Dal colle di S. Francesco, dove fu innalzato, ha irradiato in tutto il territorio un forte messaggio di spiritualità.
La famiglia francescana cui il monastero era stato affidato non si è solo caratterizzata con il più classico motto dell’Ora et Labora ma anche per cultura e scienze. Erano infatti presenti ed attivi frati cantori, musici, artisti e cerusici ma anche patrioti. Una grande comunità, che seppure per qualche tempo divisa tra riformati e osservanti, non è mai rimasta indifferente al più puro messaggio francescano. E le diverse denominazioni del Convento attestano un vero e completo senso della Cristianità. Nel 1860, come altri monasteri del sud Italia, anche il Conventi di Pisticci, fu espropriato e trasformato in palazzo comunale, con i pochi frati allontanati. Nel 1946 sorse la Parrocchia di S. Antonio.
E’ l’inizio di nuova storia non meno esaltante della precedente.
Nel libro alcune vicende inedite con le storie di Padre Pietro, da monaco a vescovo scomunicato. Riabilitato fu titolare della Cappella di S. Giovanni Battista. Padre Antonio, beato, missionario. Morto in odore di Santità. Frate Pietro, collaboratore del Beato Egidio di cui traslò la salma in un ipogeo più prestigioso rischiando gravi provvedimenti.
Il lavoro del professor Giuseppe Coniglio “La Storia del Convento di Pisticci” sarà presentato il 21 luglio alle ore 19,30 presso la Chiesa di S. Antonio.