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A due settimane dall’annuncio che anche in Basilicata è cominciata la somministrazione di anticorpi monoclonali per la terapia di pazienti con sintomi lievi o moderati di Covid-19 che presentino particolari fattori di rischio, ci risulta che presso l’Ospedale di Matera questo trattamento non sia ancora disponibile.
Secondo quanto previsto nel Documento di indirizzo redatto dal Dipartimento Politiche della persona, pubblicato sul portale della Regione Basilicata ma non ancora diffuso agli addetti ai lavori, “saranno i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta a segnalare i pazienti potenzialmente idonei alla terapia, mentre gli specialisti delle unità operative di Malattie infettive del ‘San Carlo’ di Potenza e del ‘Madonna delle Grazie’ di Matera verificheranno le condizioni per l’eleggibilità dei vari soggetti e provvederanno alla somministrazione degli anticorpi monoclonali”.
I preparati destinati alla terapia precoce dei pazienti Covid ad elevato rischio di progressione verso forme gravi di malattia giacciono ad oggi inutilizzati nelle celle frigorifere della farmacia ospedaliera del Madonna delle Grazie di Matera, non così presso l’Ospedale San Carlo di Potenza dove al 15 aprile scorso risultano effettuati un totale di 18 trattamenti, secondo quanto riportato dal 2° Rapporto AIFA di monitoraggio.
La SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie - ha avviato molteplici iniziative di formazione ed informazione finalizzate a promuovere l’utilizzo di terapie innovative di sicura efficacia ed anche a valorizzare il legame esistente tra paziente e Medico di famiglia: ne sono un esempio la pubblicazione delle ”Indicazioni per il trattamento domiciliare dei pazienti con COVID-19” e delle “Risposte a Domande frequenti (FAQ) sui vaccini anti-Covid19”, con un documento indirizzato ai medici ed uno ai pazienti.
Gli anticorpi monoclonali, quattro quelli finora autorizzati, sono l’unica arma efficace nella fase precoce della malattia, riuscendo ad evitare che la patologia evolva in una forma più grave; la loro efficacia è però condizionata dalla tempestività dell’impiego: devono essere somministrati infatti entro 72 ore dall’inizio dell’infezione e non oltre 10 giorni dalla rilevazione del virus. Nelle fasi tardive, quando l’infiammazione sia giunta ad un grado avanzato, la loro utilità non è più dimostrata.
La centralità di una diagnosi precoce sottolinea ulteriormente l’importanza del ruolo dei Medici di famiglia.
Pur essendo indirizzato a pazienti non ospedalizzati e che non necessitano di ossigeno il trattamento può essere effettuato, al contrario di quanto auspicabile, solo nei centri ospedalieri abilitati dalla regione: è prevista l’infusione di una singola dose per via endovenosa, in un tempo variabile tra i 15 e i 60 minuti.
In considerazione dell’andamento dell’infezione nella nostra regione, con un calo della pressione sui reparti ospedalieri, con la riduzione dell’età ma non del numero dei contagiati e con l’evoluzione più severa della malattia, chiedo di conoscere quali siano le ragioni che impediscono l’immediato avvio del trattamento con anticorpi monoclonali anche nella provincia di Matera.
Dott. Erasmo Bitetti
Presidente SIMG Matera (Società Italiana di Medicina Generale)