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"Lo dico senza tanti giri di parole e lo dico da insegnante, docente, pedagogista e, non per ultimo, da mamma: quando si parla di decisioni che riguardano la scuola bisognerebbe avere molta prudenza e un fortissimo senso di responsabilità. È un argomento troppo serio per non lasciarsi prendere da facili commenti da tifoserie improvvisate o soluzioni di convenienza solo per coprire altre disfunzioni, mancanze ed errori di valutazione (vedi ad esempio i trasporti o le inefficienze delle Asl).
Non è un derby tra didattica a distanza o in presenza, tra chiusure delle scuole e chi propende per il ritorno a scuola come se non fossimo investiti da un’emergenza.
Per decidere serve tanta conoscenza dei metodi didattici, del diritto e del dovere, delle esigenze delle famiglie ma, prima di ogni altra cosa, significa davvero mettere al “centro” i nostri ragazzi e, soprattutto, come meglio accompagnarli nel loro percorso di crescita, dal primo giorno dell’infanzia fino al termine con la loro maturità".
Così in una nota Chiara Gemma, europarlamentare del MoVimento 5 Stelle.
"In questo periodo - prosegue Gemma - ho ascoltato tanti miei colleghi, docenti, insegnanti, dirigenti scolastici, studenti. Hanno trascorso un’estate intera a prepararsi, a formarsi, ad organizzarsi e preventivare una seconda fase di diffusione della pandemia. Lo stanno facendo tuttora. La scuola si è fatta trovare pronta per ricominciare. Un impegno di mesi che non può essere vanificato per altre non-decisioni, rinvii e irresponsabilità.
Per questo sono convinta che, con lo stesso spirito di serietà che contraddistingue ogni insegnante e dirigente, la ministra Lucia Azzollina abbia fatto tutto quello che c’era da fare per presentarsi al primo giorno di scuola pronti per iniziare e per affrontare in totale sicurezza l’anno scolastico. Anche con l’eventualità della seconda ondata di pandemia, compresa l’efficacia di ricorrere alla “didattica digitale integrata” (DDI) al posto della DAD. Così come l’importanza d’insistere sui vantaggi della presenza in classe da parte dei cicli didattici dei più piccoli (infanzia e primaria ad esempio).
Se ad oggi ci sono disfunzioni e disagi sono da ricercare altrove, fuori della scuola, oltre i cancelli d’ingresso.
Chi oggi parla e sparla senza cognizione di causa e senza valutare lo straordinario sforzo che tutti stanno facendo nella scuola forse non comprende bene che è in gioco un ritrovato “equilibrio” dei nostri ragazzi e della loro crescita.
È questa la principale priorità. E chi decide di chiudere la scuola, perché costretto, sono certa che non l’abbia dimenticata e che farà di tutto per soddisfarla", conclude Gemma.