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L'aumento spropositato delle tariffe per le utenze di energia elettrica e gas sta provocando danni incalcolabili anche per i gestori delle piscine. Le bollette degli impianti sportivi hanno subito rincari superiori in alcuni casi del sessanta per cento e con l'emergenza sanitaria ancora in corso, che tiene lontana l'utenza, il futuro si fa nero.
Le piscine sono state tra le prime a chiudere e tra le ultime a riaprire durante la pandemia. I gestori si sono sempre uniformati, come doveroso, alle norme man mano emanate, ottemperando scupolosamente a tutte le disposizioni in materia di utilizzo degli impianti. Ma nonostante questo tutti gli sforzi compiuti non sono stati adeguatamente condivisi. Gli utenti si sono ridotti drasticamente e fronteggiare le spese provocate dal caro bollette è impresa ardua. Per questo motivo i gestori delle piscine hanno deciso di protestare domenica 6 febbraio con la chiusura delle strutture.
In tutta Italia saranno attuate azioni dimostrative. Piena comprensione è stata espressa dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN).
Condivido pienamente le preoccupazioni dei gestori delle piscine. In questo momento delicato va incentivata la pratica sportiva e mantenere aperti gli impianti significa consentire a tutti noi di utilizzare in maniera utile e benefica il tempo libero. A livello regionale occorrono interventi mirati, visto il contributo che dà la Basilicata, in termini di fabbisogno energetico, per sostenere un settore che rischia di non riprendersi facilmente.
I gestori delle piscine che operano in Basilicata hanno scritto al presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, al presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, e all'assessore Franco Cupparo per rappresentare tutte le criticità e i problemi che sono costretti ad affrontare. Si ricevano quanto prima in Regione e si ascoltino con attenzione le loro voci. Sono una parte importante del nostro sistema economico. Non devono essere abbandonati.