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La stagione invernale che si appresta, si preannuncia terribilmente calda, a causa dello scenario economico internazionale, stravolto dai prezzi energetici ormai fuori controllo.
I costi delle materie prime per le aziende, stanno diventando insostenibili, con inevitabili ricadute sulla produzione e di conseguenza sull’occupazione.
L’effetto complessivo nel paese, rischia di essere dirompente sull’intera tenuta sociale.
Già ci arrivano i primi segnali di allarme, attraverso richieste di ammortizzatori sociali. Per le aziende, con questi costi, conviene più fermare che produrre in perdita.
Parliamo in particolare delle aziende energivore del nostro territorio, le poche rimaste, in particolare quelle dei settori chimico e gomma plastica, che vedono impiegati centinaia di addetti.
La caduta del governo in questa fase delicatissima sicuramente non aiuta, ma è fondamentale in questa fase, mettere in sicurezza i lavoratori, garantendo la continuità produttiva, in attesa che a livello nazionale ed internazionale, si trovi una via d’uscita. Nell’auspicio che ad emergenza rientrata, il nostro paese si doti finalmente di un piano energetico serio, che preveda il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili ad uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili, soprattutto in vista della transizione energetica.
Dopo aver pagato un prezzo altissimo nel periodo covid, con sacrifici e contrazione dei salari, mentre era in atto una ripresa produttiva post pandemica molto spinta, i lavoratori ora si ritrovano, loro malgrado, vittime di questa nuova speculazione economico-finanziaria che rischia di ripercuotersi in maniera irreversibile, sulla loro continuità occupazionale.
Alla luce di tutto ciò, urge quanto prima una risposta istituzionale, da parte della regione, che intervenga nell’immediato, con misure di emergenza come aiuti alle imprese, utilizzando le estrazioni di idrocarburi della nostra regione, per calmierare i costi energetici nel breve periodo.
Pertanto ritengo necessario l’istituzione al più presto di un tavolo di confronto, con le parti sociali e i principali player del settore estrattivo, per tentare di scongiurare la sciagurata possibilità di mandare definitivamente gambe all’aria, il già precario tessuto produttivo di questa regione ed in particolare del nostro territorio.
Così in una nota la FILCTEM CGIL