Sabato, 23 Novembre 2024

Deposito nucleare in Basilicata: il no della politica

Mercoledì, 13 Dicembre 2023

Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato l’elenco dei siti idonei ad ospitare l’impianto. Sono 51 in totale quelli individuati, tra cui figurano sei ricadenti nei territori dei Comuni di Montalbano Jonico, Bernalda, Matera, Montescaglioso, Irsina e Genzano di Lucania. La Carta è stata elaborata da Sogin e Isin, ma c’è ancora spazio per presentare, nei prossimi 30 giorni, candidature spontanee da parte di territori interessati ad ospitare il cimitero nucleare italiano. Dalla Regione, dalle Province e dai sindaci è già arrivato un coro unanime di contrarietà rispetto all’ipotesi di ospitare il sito in Basilicata.

"La Regione Basilicata ribadisce il proprio no all'individuazione in territorio lucano dei siti per i rifiuti radioattivi. La nostra posizione non cambia e non cambierà. La Regione Basilicata offre già un contributo straordinario all'approvvigionamento energetico del paese. Sono sicuro che, come ha già detto il Ministro Pichetto Fratin, saranno individuati i comuni che hanno già manifestato la propria disponibilità a ospitare tali depositi di rifiuti radioattivi". Lo afferma in una nota l'assessore all'ambiente ed energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico.

 

“Siamo pronti a tutto pur di difendere la nostra terra e ribadiamo il secco NO al deposito delle scorie radioattive in Basilicata. Tutte le forze politiche facciano fronte comune per evitare questo disastro”.

Così il presidente di UPI Basilicata e della Provincia di Matera, Piero Marrese, ha commentato la notizia della pubblicazione, su sito del Ministero dell’Ambiente, dell’elenco delle 51 aree idonee alla localizzazione del deposito nazionale delle scorie nucleari. Tra queste ve ne sono 10 completamente ricadenti sul suolo lucano (5 in provincia di Matera, 4 in quella di Potenza ed una a cavallo tra le due province) ed altre 4 in comunione con la Puglia, che interessano Matera.

“A nome di tutte e due le Province lucane e, dunque, di tutti i sindaci della nostra regione, nel dirmi basito per la decisione che non ha tenuto conto in alcun modo delle osservazioni che sono state prodotte in modo puntuale e sulla base di pareri ed indicazioni di natura scientifica, non posso che esprimere rammarico per la pubblicazione di questo elenco. Sono addirittura 14 le aree della Basilicata ritenute, non si sa bene in base a quale criterio, idonee ad ospitare il sito unico nazionale. Non possiamo assolutamente accettare e tollerare tutto questo perché il nostro territorio, oltre alla mancanza di idoneità ben spiegata in tutte le sedi opportune, non può permettersi il lusso di ospitare il cimitero nucleare. Parliamo di una regione dedita all’agricoltura e al turismo, che fa delle sue peculiarità ambientali un punto di forza. Tutto questo non può, quindi, essere messo in discussione da una decisione folle e avventata, per contrastare la quale posso già pubblicamente rassicurare che faremo ciò che è necessario: siamo pronti a tutto pur di difendere la nostra terra da chi continua a danneggiare il territorio lucano, dal dimensionamento scolastico alle scorie nucleari.

A questo punto credo sia opportuno fare sintesi: tutte le forze politiche, ad iniziare da quelle che sostengono il Governo nazionale, si assumano le proprie responsabilità verso i cittadini e si oppongano insieme a noi per evitare un’ingiustizia palese”.

Nel dettaglio, le zone idonee secondo la proposta CNAI sono ubicate nei comuni di Matera e Genzano di Lucania (5 a testa), Montalbano Jonico e Bernalda (2 a testa), Montescaglioso e Irsina.

 

«La Basilicata è una regione idrogeologicamente molto fragile, con un’economia votata a cultura, turismo e ruralità, quindi certamente non ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari, un’infrastruttura importante e necessaria per il Paese, ma impossibile da individuare nella nostra regione». E’ la dura presa di posizione del sindaco di Matera, Domenico Bennardi, dopo aver appreso che ben 10 dei 51 siti individuati a livello nazionale per ospitare il deposito unico nucleare sono lucani, con una netta prevalenza nella provincia di Matera, tra Irsina, Matera, Montalbano, Montescaglioso e Bernalda (altri 4 “condivisi” tra Materano e Barese). Bennardi parla anche come vice presidente del consiglio nazionale dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci). Il sindaco di Matera lancia un appello a tutti i partiti, movimenti politici, associazioni ambientaliste ed enti locali lucani, per far sentire forte e chiara la contrarietà della Basilicata. «La mia Amministrazione ha detto il suo NO secco a questa decisione del governo centrale fin dal primo giorno -prosegue Bennardi- perché la nostra regione ha dato e sta dando già tanto in termini ambientali alla nazione, si pensi alle estrazioni petrolifere; inoltre, la Basilicata custodisce una bellezza sacrale nella sua ruralità, che sta già creando un importante sviluppo turistico ed è una di quelle peculiarità molto delicate. Stiamo ancora stimando i danni di quello che dobbiamo chiamare per il suo nome: un disastro ambientale compiuto negli ultimi decenni in Val D’Agri come nella Valle del Sauro, con le estrazioni e raffinazioni petrolifere, 400 tonnellate di petrolio sversate dal Centro oli della Val d’Agri nel 2016; 26mila metri quadri di suolo e sottosuolo contaminati, tra la rete fognaria e falde acquifere. Un danno enorme -rimarca Bennardi- che ha reso l’acqua da bene essenziale pubblico, un rifiuto pericoloso per i cittadini. Senza dimenticare le vittime di amianto a Ferrandina, le barre di uranio a Rotondella o l’eolico selvaggio. E’ giunto il momento di prenderci cura della Basilicata, non può essere più considerata la discarica dell’Italia. Intendiamo applicare e praticare scelte che non compromettano l’ambiente e il paesaggio, ma nemmeno la percezione di un territorio incontaminato sul quale ci giochiamo la sfida del nostro futuro. Economia, etica e ambiente sono i princìpi fondamentali su cui si basa il turismo sostenibile, responsabile e consapevole. Ma non può esserci un turismo sostenibile in un territorio non riconoscibile come autoctono. Tutto ciò significa vanificare i nostri sforzi e la nostra visione strategica di turismo e sviluppo del territorio. Ci sono territori nazionali dove il deposito unico può determinare occasioni di sviluppo e lavoro, ma non è il caso della Basilicata per la sua reputazione di regione votata all’industria turistica culturale e rurale, soprattutto in provincia di Matera. Utilizzeremo tutti gli strumenti che la politica, il confronto istituzionale e i media ci offrono, per rimarcare il nostro secco NO».

 

Deposito unico delle scorie nucleari. La Basilicata torna ad essere indicata. Il sindaco Cosma: "a vent'anni dalla battaglia di Scanzano ancora non è chiaro che la Basilicata non si tocca"

È stato reso noto oggi l'elenco delle 51 possibili destinazioni per la realizzazione del deposito unico di scorie nucleari che vede numerosi luoghi della Basilicata come papabili del cimitero nucleare nazionale.

Immediate le reazioni contrarie a questo scenario catastrofico tra cui troviamo anche il Sindaco di Tursi, Salvatore Cosma:

"A vent'anni esatti dalla battaglia pacifica di Scanzano per dire no al deposito unico di scorie nucleari, la Basilicata torna ad essere attenzionata dal governo centrale per la realizzazione del sito unico d'interesse nazionale.

Ancora non è chiaro che la Basilicata è dei lucani, di coloro che ci vivono e che buttano il sangue per questo territorio e non si deturpa certo con un atto romano di una facilità scellerata.

Ci turiamo il naso, gli occhi e le orecchie per subire le imposizioni dei candidati politici dalla capitale ma quando poi arrivano nuovamente a minacciare la salute e il futuro di questa terra davvero è troppo.

Siamo pronti come vent'anni fa a fare le barricate perché se ieri era solo Scanzano oggi leggere una sfilza di nomi tutti di comuni lucani fa rabbrividire.

Questa è la considerazione del governo centrale del nostro territorio: una pattumiera.

Per questo mi auguro che i vari attivisti del centrodestra lucano regionale insieme ai vari commissari e segretari dei partiti vicini al governo nazionale si indignino davanti a tali indicazioni e facciano come facemmo 20 anni fa con il governo Berlusconi, ed io fui uno di questi, che strappammo tessere e adesioni e partimmo verso Roma oltre a presidiare e difendere la nostra terra cosa che rifaremo senza se e senza ma.  Altro che il populismo, i bonus e le convention in vista delle prossime competizioni elettorali.

La Basilicata è dei lucani e solo quelli veri riusciranno a vincere ancora una volta contro questo disegno sovversivo del futuro nostro e dei nostri figli."

 

Ultima modifica Mercoledì, 13 Dicembre 2023 17:47

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