Venerdì, 15 Novembre 2024

La Polizia di Stato di Matera ha condotto in carcere un uomo di 48 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari, dando esecuzione ad un provvedimento di aggravamento della misura cautelare, disposto dal Tribunale di Taranto.

Aveva ucciso la compagna con un colpo di pistola alla testa e si era poi costituito ai carabinieri

Giovanni Carbone, il 39enne originario di Matera, che lunedì scorso ha ucciso a Miglianico (Chieti), la compagna Eliana Maiori Caratella (41), si è suicidato nel carcere di Lanciano. Lo confermano fonti sanitarie e carcerarie.

L'uomo aveva ucciso la donna con un colpo di pistola alla testa e si era poi costituito ai carabinieri. Il suo fermo era stato convalidato oggi dal gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis.

Secondo quanto si è appreso l'uomo si è impiccato in cella: l'avvocato di Carbone, Franca Zuccarini di Chieti, sapeva che l'uomo era sotto stretta sorveglianza in considerazione del reiterato proposito di togliersi la vita, portando a compimento l'intenzione di suicidarsi già lunedì dopo avere ucciso la compagna in casa. Proposito che poi aveva ribadito per tre volte dal giorno del delitto sempre durante i colloqui con il suo legale. Si tratta della 83/a vittima di suicidio in carcere dall'inizio dell'anno.

Nell'aprile 2021, nel carcere di Vasto (Chieti), c'era stato un altro suicidio eclatante: a togliersi la vita era stato Sabatino Trotta, lo psichiatra della Asl di Pescara arrestato per corruzione. Nell'interrogatorio reso ieri durante l'udienza di convalida in videoconferenza, Carbone ha sostenuto di aver sparato alla Caratella per porre fine alle loro sofferenze e che subito dopo era sua intenzione suicidarsi, senza trovare il coraggio di farlo. Sofferenze che, sempre secondo Carbone, erano riconducibili alla ostilità manifestata dal marito della vittima, dal quale la Caratella si stava separando, e dal fratello e dalla sorella della donna che non avevano mai accettato la scelta di separarsi della vittima.

Una ostilità che si sarebbe manifestata fin dall'inizio della relazione, senza che sia stata possibile una composizione, una crisi sfociata anche in plurime e reciproche querele. Carbone dopo una ennesima crisi generata dall'ostilità dei figli della compagna, rientrati la domenica sera dal fine settimana trascorso con il padre e dopo una nottata quasi insonne, avrebbe dunque preso la decisione di uccidere la donna, nonostante la amasse, mettendo fine alla alla loro sofferenza con due colpi di pistola, il primo per lei, inconsapevole della scelta, il secondo per se stesso. Domani a Fermo è in programma l'autopsia sul corpo della Caratella, perchè, risultata affetta da Covid: l'esame sarà effettuato nella struttura marchigiana perchè attrezzata per accertamenti su soggetti positivi al virus.

foto e info Ansa

La Polizia di Stato di Matera ha arrestato in flagranza di reato un 39enne materano; il reato ipotizzato nei suoi confronti è la detenzione illegale di un’arma comune da sparo e del relativo munizionamento.

La Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria hanno notificato l’Avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 29 indagati, all’epoca dei fatti detenuti nella Casa circondariale di Matera, nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di “Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”. In altri termini, agli indagati viene addebitato, a vario titolo, di aver introdotto di nascosto in carcere alcuni telefoni cellulari e SIM Card e di averli utilizzati violando il divieto di introduzione e uso di telefonini disposto dalla legge e dal Direttore dell’Istituto di pena per ragioni di ordine e sicurezza pubblica.

La Polizia di Stato di Matera ha eseguito l’ordinanza del Gip del locale Tribunale, che dispone la custodia cautelare in carcere, nei confronti di un 43enne materano accusato di estorsione continuata, aggravata e tentata.

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