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Solo 418 MW installati negli ultimi 4 anni.
Bisogna aggiungerne 1680 MW fino al 2030
Bene la semplificazione nei procedimenti autorizzativi deliberata dal Dipartimento Ambiente ma ora serve un’ottima legge regionale sulle Aree Idonee
Legambiente: "Immaginare la Basilicata come un hub delle rinnovabili e non un hub delle fossili è una prospettiva concreta e conveniente, in grado di creare lavoro e benefici, anche a breve termine, per i territori"
L’Italia è in forte ritardo nel realizzare gli impianti a fonti a rinnovabili e nel centrare l’obiettivo 2030 confermato anche dal decreto aree idonee del 21 giugno 2024, ossia nuovi 80 GW. Negli ultimi quattro anni è stato, infatti, realizzato appena il 23,2% dell’obiettivo al 2030. Mancano ancora all’appello 61,4 GW da realizzare nei prossimi 6 anni, pari a 10,2 GW l’anno e serve accelerare: nel 2023 abbiamo, infatti, installato in Italia circa 6 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili, mentre nel 2024 saranno tra i 7 e gli 8 GW. A fare il punto è il report di Legambiente “Regioni e aree idonee. Le fonti rinnovabili nelle Regioni italiane, la sfida verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030 attraverso le aree idonee” realizzato dall’associazione ambientista, Kyoto Club e l’Editoriale La Nuova Ecologia, che mette in fila dati e numeri accompagnati da un pacchetto di dodici proposte per la valutazione delle aree idonee.
Tornando ai dati, il Trentino-Alto Adige è la regione che spicca più di tutte con il 60,8% dell’obiettivo raggiunto. Le altre regioni si mantengono al di sotto del 35%.
Una buona notizia sulla strada dell'indipendenza energetica e della decarbonizzazione del sistema elettrico, mentre la Regione Basilicata blocca le rinnovabili nelle aree industriali
“Le energie rinnovabili sono una scelta strategica per la Basilicata”. Lo afferma l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Cosimo Latronico, commentando i dati sulla produzione in Italia di energia elettrica da fonti rinnovabili. “La Basilicata non solo soddisfa l’intera domanda di energia elettrica annuale a livello regionale attraverso la produzione da fonti rinnovabili, ma – evidenzia l’assessore - trasferisce il surplus della produzione verde nel mercato nazionale dell’energia. Contribuiamo al fabbisogno energetico del Paese mettendo a disposizione le nostre risorse, uno sforzo che deve creare, però, crescita e occasioni di lavoro”.
"Con l'approvazione di questa legge viene portata a compimento un'operazione di sostanziale opposizione nella nostra Regione allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, auspicato invece dalla legislazione europea e nazionale nell'ottica di quella transizione ecologica ed energetica necessaria a mitigare le drammatiche conseguenze della crisi climatica i cui effetti sono già sotto gli occhi di tutti".