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Il danno e la beffa. Per i cittadini pomaricani, che in seguito alla frana del gennaio 2019 persero la casa in cui abitavano - compresa quella del primo cittadino Francesco Mancini - tempi lunghi per venire in possesso delle somme messe a disposizione dalla Regione. Mesi di attesa, perché il tutto potesse essere sistemato con la emissione dei mandati di pagamento ai beneficiari che ne hanno diritto. Il procedimento, per motivi burocratici, dovrebbe essere ancora formalizzato con la inclusione di altri (sfortunati) soggetti di altri centri della nostra regione che, come quelli di Pomarico, in attesa di analogo provvedimento contributivo.
E’ notorio comunque l’impegno del sindaco Mancini verso gli organi preposti a risolvere il caso. Una crociata a favore dei suoi cittadini che, purtroppo, nonostante sollecitazioni e incontri, non riesce ancora a risolvere. A questo punto, non sapendo più a quale santo votarsi, diversi dei soggetti creditori, starebbero pensando di intraprendere altre vie per definire una annosa, vitale e dolorosa vicenda, che ormai va avanti da tantissimo tempo senza via d’uscita.
Nelle ultime ore però, sarebbero emerse delle “positive” novità che ci sono stare rese note proprio dal sindaco, da noi sentito sull’ argomento. “Da tempo e in modo costante ci battiamo per risolvere una situazione che ogni giorno si fa sempre più critica per la maggior parte delle famiglie interessate. Da via Anzio di Potenza - spiega - abbiamo avuto assicurazione che la Giunta Regionale starebbe per approvare i provvedimenti liberatori circa i mandati destinati ai diversi beneficiari. Per noi una grande notizia. Siamo fiduciosi - ha concluso Mancini - che la cosa vada presto a buon fine, in attesa di un provvedimento più che salutare per le disastrose condizioni di diverse nostre famiglie che attendono da tempo questa risoluzione”. Ottima notizia quindi che si auspica possa concretizzarsi in tempi brevi. Intanto, sul fronte frana, entro fine di luglio, inizio agosto - come assicurarono i 2 tecnici dell’Ateneo di Bari, il prof. Vincenzo Simeone e il prof. Francesco Sdao nell’ultimo incontro cittadino - dovrebbero (il condizionale è sempre d’obbligo) iniziare i lavori per la rimozione delle macerie dall’area interessata, compreso il necessario, doloroso abbattimento di 26 abitazioni, tra cui qualcuna che finora non avrebbe mostrato particolari problemi statici, oltre alla messa in sicurezza dell’area e risagomatura della parte a monte di Via V. Emmanuele, per permettere di riaprire al traffico la stessa. Per diverse altre strutture invece, di volta in volta, si ricorrerebbe ad una particolare valutazione, circa la effettiva necessità dell’abbattimento, attraverso un continuo, attento monitoraggio della zona.
Michele Selvaggi