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A un anno dai drammatici fatti, avvenuti in una villetta di Marconia di Pisticci, dove secondo l’accusa un branco di otto ragazzi tra i 19 ed i 23 anni, hanno violentato due ragazzine inglesi di 15 e 16 anni, sette degli indagati, in manette da qualche giorno dopo, sono ancora in regime di carcerazione preventiva.
Oggi in cella ne restano solo 3 ovvero Michele Masiello, quasi 24enne, il più grande del gruppo, Alessandro Zuccaro che lunedì ne ha compiuti 22 ed il ventenne Giuseppe Gargano. Da ieri, infatti, vanno ai domiciliari, oltre agli altri quattro, anche il 21enne Rocco Lionetti, difeso dagli avvocati Giandomenico Di Pisa e Pietro Mazzoccoli, il 22enne Michele Leone, difeso dall’avvocato Francesco Mastro e Mazzoccoli, e il 22enne Alberto Lopatriello. Secondo l’accusa il branco, composto da giovani di Pisticci, con Giuseppe Gargano, Egidio Antonio Andriulli, Rocco Lionetti e Michele Falotico, l’unico arrestato un mese dopo dalla Polstato, avrebbe circuito le due ragazze, ospiti come loro nella festa privata di un 30enne del posto, per poi trascinarle in un luogo appartato e buio, dove si sarebbe consumata la violenza di gruppo.
Di fatto, il processo a loro carico non è ancora partito, perché nell’autunno scorso è stato effettuato solo un incidente probatorio, da cui secondo la pubblica accusa e la difesa delle due ragazze, sarebbero emersi ulteriori indizi di colpevolezza, soprattutto a carico di alcuni componenti del branco. Non la pensano così gli avvocati della difesa, i quali dal primo giorno sostengono che i fatti non si sarebbero svolti come raccontano le due presunte vittime. In sede di interrogatorio di garanzia, i primi quattro arrestati Masiello, Lopatriello, Zuccaro e Gargano sono rimasti in silenzio davanti al Gip, Angelo Onorati. Il Gip, nell’ordinanza di arresto, li ha definiti senza mezzi termini “socialmente pericolosi e potenzialmente recidivi”, rispetto al reato principale contestato, ovvero la violenza sessuale di gruppo, con l’aggravante del fatto commesso da più di 5 persone; poi ci sono le lesioni aggravate e continuate. Poi proprio loro hanno sporto querela contro gli agenti della Polstato, accusati di lesioni per le botte subìte la notte degli arresti. Onorati ha poi fissato l’incidente probatorio, una sorta di anticipo di processo, con l’espletamento di un’istruttoria dibattimentale irripetibile, finalizzata a cristallizzare delle prove.
Sono rimasti indagati ed a piede libero per un lasso di tempo, i due cantanti trapper Leone e Andriulli, in arte Red Michael e Meus Deus, come il terzo indagato Lionetti. Per tutti, è stato disposto dalla Procura un accertamento tecnico irripetibile, in particolare sugli organi genitali. Un atto medico-legale finalizzato a verificare se ci fossero segni di morsi o altro, considerando che una delle due ragazze aveva dichiarato di aver provato a difendersi proprio con un morso ai genitali dello stupratore di turno. Il Gip ha dato incarico a due professionisti, per l’esame ginecologico sulle due vittime, che si è subito svolto presso l’ospedale “Madonna delle Grazie di Matera”.
Un esame, questo, finalizzato ad accertare lacerazioni o altri chiari segnali della violenza subìta quella domenica notte. Secondo l’accusa, le ragazze sono state prima drogate, con l’inserimento nel loro bicchiere di un allucinogeno o di cocaina, poi trascinate con la forza in un angolo buio e nascosto del giardino della villa, dove in poco più di 15 minuti si sarebbe consumata la brutale violenza di gruppo. Le telecamere della villa hanno ripreso le azioni di prima e dopo lo stupro, mentre si sospetta che l’azione criminale vera e propria, possa essere stata ripresa da uno del branco con il proprio cellulare. Per questa ragione, come disposto dal pm Ventricelli, gli agenti della Squadra Mobile di Matera, hanno sequestrato subito sia i cellulari, che gli abiti indossati da arrestati ed indagati quella notte, oltre che dalle due vittime. C’è stata anche la cosiddetta ricognizione degli indagati, e l’avvio degli esami di tipo biologico sugli indumenti, per i quali il pm Ventricelli ha nominato un pool di consulenti, di cui fa parte anche il materano Aldo Di Fazio. Si attende di capire quando inizierà il processo.
di Antonio Corrado – pubblicato su Il Quotidiano del Sud