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Il Comando Legione Carabinieri “Basilicata”, nell’ambito di una più articolata manovra disposta dal Comandante Interregionale Carabinieri “Ogaden”, attraverso i Reparti dipendenti, dal mese di maggio 2021, sta svolgendo un’intensa attività di controllo e verifica, volta a garantire l’osservanza delle disposizioni che regolamentano la legittima attribuzione del reddito di cittadinanza, al fine di verificare che i beneficiari della misura economica ne abbiano effettivamente titolo e non abbiano fatto ricorso a dichiarazioni mendaci o reticenti in sede di richiesta o successivamente.
La materia, nello specifico è disciplinata dal D.L. 4/2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio 2019, che ha introdotto, tra l’altro, il cosiddetto “Reddito di Cittadinanza”, quale misura di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro, di contrasto alla povertà, con l’obiettivo, altresì, di favorire l’inclusione sociale. Il sussidio viene riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione (18 mesi prorogabili di ulteriori 18), di svariati requisiti, tra cui quelli:
In tale contesto, attraverso una serie di verifiche incrociate, condotte da tutti i Comandi dell’Arma dislocati in Basilicata, che hanno interessato 6.107 nuclei familiari, per un totale di 11.851 persone, sono state accertate 399 distinte violazioni alla normativa di riferimento, commesse da altrettanti soggetti, di cui 388 (217 uomini e 171 donne) sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria, come di seguito indicato:
Nel complesso la somma indebitamente percepita dai non aventi diritto ammonta a € 2.346.673.
Varia è la casistica delle infrazioni e violazioni riscontrate.
Numerosi sono stati i casi in cui è stato accertato essere state prodotte dichiarazioni mendaci in ordine ai patrimoni mobiliari ed immobiliari posseduti ed in particolare sono emerse molteplici omissioni nelle comunicazioni obbligatorie di acquisto di autovetture di cilindrata superiore a 1.600 c.c. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 c.c., immatricolati per la prima volta nei due anni precedenti.
Non sono mancati casi in cui i beneficiari sono stati sorpresi a esercitare stabilmente attività lavorative “in nero”, omettendo ogni comunicazione al riguardo, proprio al fine di non interrompere l’erogazione del beneficio non più spettante.
Anche la residenza in Italia da più di 10 anni, in numerosi casi, è stata falsamente attestata da cittadini extracomunitari, che in alcune circostanze hanno anche prodotto false dichiarazioni circa la presenza in Italia di familiari, di fatto residenti stabilmente all’estero, per far aumentare l’entità dell’emolumento.
Oggetto di controllo è stato anche il rispetto degli obblighi di comunicazione della sottoposizione a misure cautelari personali, che interrompe il diritto alla percezione del reddito, accertando anche in questo caso numerose violazioni.
Nei casi previsti, è stata informata al riguardo anche la competente Direzione Provinciale INPS, per i conseguenti provvedimenti di competenza.