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Arrivano ancora cattive notizie dalla taskforce regionale.
Nella giornata di ieri, venerdì 2 ottobre 2020, sono risultati positivi ben 49 test alla ricerca del Covid-19 (di cui 3 riferiti a persone in isolamento fuori regione). I tamponi processati sono stati 990.
Le positività riscontrate riguardano: 2 persone residenti a Pescopagano; 4 persone residenti a Venosa; 5 a Marsiconuovo; 2 a Sant'Arcangelo; 13 persone a Tramutola di cui uno riferito alla casa di riposo di Marsicovetere ed uno domiciliato a Grumento; 4 persone residenti a Lauria; 2 a Brienza; 1 persona residente a Spinoso riferito alla casa di riposo di Marsicovetere; 3 persone residenti a Paterno di cui 2 riferite alla casa di riposo di Marsicovetere; una persona residente a San Chirico Raparo riferito alla casa di riposo di Marsicovetere; una persona residente a Moliterno; una persona residente a Matera; una persona residente in Sardegna in isolamento nel comune di Rionero; 2 persone residenti a Marsicovetere; una persona residente a Potenza riferito alla casa di riposo di Marsicovetere; una persona residente a Grumento e domiciliato a Tramutola; una persona residente in Piemonte ed in isolamento a Marsicovetere; un cittadino estero in isolamento a Latronico.
Risultano guarite 4 persone: un residente nel comune di Melfi, 2 residenti nel comune di Lauria ed una persona residente nel comune di San Severino Lucano.
Purtroppo ci sono da registrare anche 3 decessi residenti a Grumento, Tramutola e Spinoso. Il totale delle persone decedute è di 33, il totale dei guariti è di 419.
Con questo aggiornamento, salgono a 347 i casi positivi al coronavirus presenti in Basilicata di cui 13 ricoverati: 9 a Potenza e 4 a Matera di cui uno in terapia intensiva.
Sul focolaio occorso presso la casa di riposto di Marsicovetere e sulla possibile decisione di trasferire gli ospiti a Potenza, sono intervenuti i rappresentanti delle sigle sindacali Fp e Spi Cgil:
"Apprendiamo della possibile decisione di trasferire presso la struttura potentina di Universo Salute di Potenza gli ospiti della casa di riposo per anziani di Marsicovetere nella quale è scoppiato il focolaio di covid19, con la positività della quasi totalità degli ospiti e degli operatori e il decesso di 5 anziani, 4 solo nelle ultime 24 ore. La scelta di trasferire in altra struttura gli ospiti della rsa è seguita alla richiesta dell'autorità giudiziara in seguito ai decessi.
I pazienti trasferiti, se confermato, dovrebbero essere ospitati negli alloggi un tempo utilizzati per le suore ed è evidente che il personale che sarà assegnato alla loro cura, oltre che essere adeguatamente dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale, debba esservi adibito in maniera esclusiva. Ciò, tuttavia, non sarà verosimilmente possibile con l' utilizzo del personale attualmente in servizio, personale già in affanno nel garantire le attività ordinarie della struttura. Dovrà essere, pertanto, assunto nuovo personale? Con quali tempistiche? E con quale formazione?
La vicenda della RSA di Marsicovetere e del trasferimento dei suoi pazienti accende i riflettori sul grande ritardo della Regione Basilicata nella individuazione di strutture deputate all'accoglienza di pazienti covid positivi che non necessitano di assistenza ospedaliera. Non si può pensare di affrontare future analoghe situazioni sulla scorta di soluzioni di volta in volta individuate lasciando il campo all'estemporaneità. Non è più il tempo, né mai lo è stato, di affidarsi all'improvvisazione. La Regione deve individuare strutture di ospitalità protetta per l'accoglienza di pazienti covid19 asintomatici, non critici o in via di guarigione, anche dimessi da ospedale per acuti, potenzialmente assistibili a domicilio che, in ragione del necessario isolamento e in mancanza di caregiver, supporto familiare e/o idoneità dell'abitazione, che in esse possono essere assistiti in tutta sicurezza.
Vorremmo ricordare che già il cd. Decreto Cura Italia ha previsto la possibilità per il Prefetto - su proposta del Dipartimento della protezione civile e sentito il Dipartimento di prevenzione territorialmente competente – di disporre, con proprio decreto, la requisizione in uso di strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata. Il Dl Rilancio ha stanziato a livello nazionale 32 milioni di euro per contratti di affitto con strutture alberghiere o di analoga tipologia da destinare alle strutture di isolamento, che possono diventare uno strumento essenziale per garantire la quarantena e spezzare la catena del contagio. Diverse Regioni si sono mosse, seppur in ordine sparso, per fare accordi con varie strutture e creare una sorta di alberghi sanitari. La Basilicata, in una situazione che sta diventando sempre più preoccupante e a rischio, non è pervenuta. Eppure gli strumenti legislativi non mancano. Servirebbe visione, programmazione e pianificazione".
Sull'argomento si è espresso anche il segtretario della CISL regionale, Enrico Gambardella:
"Quanto sta accadendo nella casa di riposo di Marsicovetere, su cui sta opportunamente indagando la magistratura, è francamente inaccettabile ed evidenzia, da un lato, i limiti di un sistema di accreditamento che senza controlli di fatto non funziona, dall'altro, getta una luce inquietante sui limiti e sulle carenze del sistema di sorveglianza anti Covid-19 predisposto dalla Regione Basilicata". È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata Enrico Gambardella.
"Non più tardi di una settimana fa abbiamo chiesto alla Regione un tavolo di confronto per discutere di un piano d'azione strutturale in grado di metterci nelle condizioni di affrontare la risalita della curva epidemica, peraltro prevedibile e ampiamente annunciata, attenzionando in modo particolare i soggetti sociali più fragili e le strutture socio-assistenziali, epicentro dei focolai che hanno falcidiato migliaia di vite umane al Nord nella primavera scorsa. Inutile dire che stiamo ancora aspettando".
"Un'intera estate è trascorsa - accusa Gambardella - senza che il governo regionale sentisse l'esigenza di attivare un confronto con le parti sociali su come affrontare un'eventuale recrudescenza dei contagi e su come affrontare le criticità che si sono evidenziate nella rete di protezione socio-sanitaria con nuovi e più aggiornati protocolli e un sistema di monitoraggio e sorveglianza, in particolare per le Rsa, in grado di intervenire in maniera più tempestiva e puntuale".
"Allo stesso tempo manca un piano d'azione su come affrontare un'eventuale nuova emergenza sanitaria senza paralizzare l'erogazione delle prestazioni ordinarie, mentre sul fronte degli interventi sulle strutture sanitarie periferiche, dopo l'acceso dibattito che aveva individuato nel potenziamento della sanità di prossimità la soluzione per ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri, tutto è fermo".
"È di tutta evidenza che con questi presupposti la sanità lucana verrebbe travolta come nella scorsa primavera ma con numeri ben maggiori, con la pericolosa prospettiva del collasso completo del sistema. Perciò, diventa improcrastinabile attivare il confronto con le parti sociali. Oggi mettere la testa sotto la sabbia, come fa il governo regionale, equivale ad una consapevole omissione di soccorso", conclude il segretario della Cisl.