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È stato presentato nella mattinata del 31 marzo nella sede del Servizio Cure Domiciliari dell’Asp Basilicata presso l’ospedale di Melfi, il primo dispositivo indossabile di Telemedicina.
Il dispositivo (“T1”) è stato applicato per la prima volta su un paziente Covid negativizzato (Paziente 1). Si tratta di un cerotto con dei sensori in grado di trasmettere una serie di parametri vitali quali: frequenza cardiaca, pressione arteriosa, frequenza respiratoria, elettrocardiogramma, saturazione ossigeno, temperatura. Il dispositivo, collegabile via bluetooth a smartphone, tablet o pc, trasmette i dati, attraverso un’apposita applicazione, ad una centrale operativa.
Il cerotto “T1” sarà inizialmente utilizzato su pazienti Covid e Covid “negativizzati” ma con postumi post Covid. In futuro si potranno monitorare anche pazienti oncologici (in follow-up o in corso di chemioterapia), in nutrizione artificiale, con scompenso cardiaco, con ulcere cutanee (le cosiddette piaghe da decubito) e tutti i pazienti sottoposti a cure domiciliari che necessitano di costante monitoraggio. Attualmente sono state individuate due centrali operative per l’analisi dei dati trasmessi dal dispositivo: una gestita presso l’ospedale di Venosa e una, dedicata ai pazienti oncologici, gestita dai medici dell’Irccs-Crob di Rionero in Vulture.
“La Regione è attenta ai processi di innovazione tecnologica in medicina e siamo certi che questo esperimento, al momento rivolto ai pazienti Covid, aprirà la strada ad altre iniziative di telemedicina, soprattutto in ambito oncologico, necessarie per migliorare l’offerta sanitaria regionale e la qualità della vita dei pazienti”, ha affermato l’assessore Leone.
“È il primo ed importante passo lungo un percorso condiviso con l’Assessorato alla Salute della Regione Basilicata, di costruzione di una rete di telemedicina, che prevede l’implementazione di un ampio spettro di servizi ed attività sanitarie”, ha affermato il direttore dell’Asp, Bochicchio. “La contingenza di questo momento storico ci ha consigliato di partire, in via sperimentale, nell’ambito delle attività di gestione dell’emergenza pandemica, per offrire un supporto ulteriore a quanti portano ancora i segni di una infezione pregressa da Covid-19 e che necessitano di una attività specifica di monitoraggio clinico. Un ringraziamento ai molti che hanno concorso alla realizzazione di questo incoraggiante risultato”.
“Come Guglielmo Marconi, nel marzo del 1930, dalla Cabina Radio del suo yacht Elettra ancorato nel porto di Genova, accese attraverso un segnale radio le luci del Municipio di Sydney dall'altra parte della terra, oggi, 31 marzo 2021, applichiamo il primo dispositivo di Teledicina”, ha affermato il dottor Corona.
Un punto di partenza importante che, a breve, sarà affiancato anche dalle televisite domiciliari.