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Con questa puntata della nostra storia - in un momento tragico per la terra ucraina, che crea grande preoccupazione in tutto il mondo - noi cerchiamo in qualche modo di sdrammatizzare tornando indietro di diversi decenni per ricordare tutto un periodo in cui anche a Pisticci, si parlava spesso di “lupi mannari”.
Parola che faceva paura, ma che, praticamente, cozzava rispetto a tutto quello che era il vero significato che veniva dato alla “licantropia”, la malattia specifica, accostata alla superstizione popolare che indicava la persona affetta, come perversa e malvagia, capace di trasformarsi in lupo e comportarsi come tale nelle notti di luna piena.
Tutta una letteratura che ha spiegato in vari modi, significati e comportamenti di questi ipotetici individui, creati soprattutto dalla fantasia e credenza popolare e comunque parecchio lontani dalla realtà.
Il nostro riferimento, appunto, è a quello di diversi lustri fa, quando anche da noi la figura del lupo mannaro occupava testimonianze e racconti che il più delle volte creavano forte apprensione e paura e che spingevano a immaginare situazioni a dir poco surreali, soprattutto nelle notti di luna piena, preferite - si diceva - dai lupi mannari a quelle tetre e buie, per le loro presenze. Molto spesso si udivano, fantasiosi racconti di avvistamenti nelle ore notturne, in vari rioni dell’abitato, con gente più che impaurita dalla loro immaginaria visione, che fuggiva atterrita lontana da quei luoghi e, magari, raccontando poi, cose che nella realtà non esistevano. Il più delle volte però, si trattava di innocenti persone che avevano fatto le ore piccole, magari trattenendosi nelle varie cantine locali con amici, alzando un po’… troppo il gomito e che a quell’ora tardi, cercavano di tornare a casa, barcollando tra una parete e l’altra della strada e scambiate, purtroppo e loro malgrado, per lupi mannari.
Insomma, tempi in cui si vivevano situazioni paradossali, che toglievano tranquillità e che comunque, ci ricordano anche i “Ciralli”, (di cui abbiamo ampiamente trattato in passato), altri personaggi misteriosi creati dalla fantasia popolare, soprattutto dalle mamme e dalle nonne di un tempo. Parola diventata il terrore di noi bambini a cui era tassativamente proibito uscire da casa nel primo pomeriggio della giornata, meglio conosciuta come “controra” ed etichettata come “l’ora dei Ciralli”. Guai a mettere il naso fuori! Non sapevi quello che ti poteva accadere!
Ma ormai sono passati tantissimi anni da quei tempi pieni di racconti misteriosi e fantasiosi. Tempi ormai lontanissimi e un pò dimenticati, ma che è sempre interessante ricordare e, magari, pensare che ora è giunto il momento di farci, tutti insieme, una grande risata. Per quelle terribili sciocchezze sui Lupi Mannari e per quei misteriosi Ciralli, che mai nessuno ha conosciuto.
Michele Selvaggi