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Amarcord. Ormai son trascorsi oltre 40 anni da quella, un pò sfortunata avventura nel campionato di serie B del Matera di don Ciccio Salerno. Tanti i ricordi, che quel torneo nella serie cadetta ci lasciò. Delusioni tante, soddisfazioni poche. E proprio queste ultime, ricordate per un episodio che i tifosi materani (ma c’erano anche tantissimi sportivi pisticcesi, tra cui il sottoscritto e mio figlio Danilo) quella domenica 23 settembre 79, al XXI Settembre, non dimenticano mai.
Il nostro riferimento è allo straordinario gol di Luciano Aprile (22’ della ripresa) che consegnò il successo alla squadra di Di Benedetto, nel derby col Taranto. Per noi, che c’eravamo, forse, la più bella gara che i biancazzurri disputarono in quel difficile torneo in una giornata memorabile, che fruttò alla società, un incasso record di oltre 64 milioni e mezzo di lire, oltre agli 8 milioni di quota abbonati, per una presenza sugli spalti di oltre 16 mila spettatori con 11.200 paganti, compresa una folta rappresentanza jonica. Risultato salvato quasi in chiusura, con un rigore che Adriano Casiraghi neutralizzò all’attaccante Quadri del Taranto, il più incisivo tra gli avversari. Tutta una città in festa per quella straordinaria gara della neo promossa che, purtroppo nel corso del torneo, trovò solo pochi altri spunti, che comunque non permisero di evitare una quasi scontata retrocessione.
Proprio quel Luciano Aprile, giocatore molto amato dai tifosi biancazzurri, a testimoniare il suo mai cessato attaccamento a questa città, recentemente ha voluto ricordare l’esperienza materana, nel suo libro, dal titolo significativo “Dove non arrivarono i treni, arrivò la serie B”. Lavoro che, purtroppo, noi non siamo riusciti a consultare ma, per chi lo ha fatto: “un appassionato intreccio di calcio, filosofia e letteratura”.
Ma per questi lunghi anni di memoria tramandata, sempre in tema di scritti sulla squadra biancazzurra, cogliamo l’occasione per ricordare un altro prezioso pezzo “calcistico” della nostra città: “Con il Matera nel cuore”, libro del compianto Stefano Mele, giornalista della Gazzetta, pugliese di nascita (Ginosa), ma materano di adozione, che, tra l’altro, ricordava in modo particolare quello speciale episodio di 41 anni fa. Il lavoro di Mele, a testimonianza dei suoi 23 anni di calcio, passioni, viaggi, sogni vittorie, sconfitte, delusioni, rivincite, attraverso le vicende di una squadra che ha fatto un pezzo di storia di una città, ed a cui ha dedicato una parte importante del proprio lavoro di eccellente professionista, ma anche l’attenzione e l’entusiasmo del vero innamorato. E mai titolo fu più appropriato, perché quel racconto è un percorso non solo storiografico, ma anche “cardiologico”, un viaggio a ritroso tra passioni e batticuori, che la FC Matera ha acceso e provocato nei suo tifosi, in cui ricorrono i nomi quasi leggendari: da Gino De Canio a Vito Chimenti, da Diego Giannattasio a Paolo Pavese ad Aldo Busilacchi, da Riziero Zaccagnini, tra i dirigenti pionieri del calcio materano, fino a Franco Salerno, senatore e storico presidente dell’FC Matera.
Una bellissima storia di calcio e di vita, raccontata con leggerezza e profondità, in cui ciascuno potrà scegliere il suo momento preferito, quello che ha vissuto più di tutti. Un gol, una partita, un’emozione, un ricordo con il sole o sotto la pioggia, un rigore segnato o un rigore parato (proprio come quello appena ricordato, di Casiraghi). Ce n’è per tutti i gusti nel bellissimo libro di Stefano Mele, che vale sempre la pena leggere e rileggere, a dimostrazione di quanto l’FC Matera sia stata una “cosa speciale” e di quanto il calcio, specie quello schietto, sincero, vissuto con il cuore, ma anche con l’equilibrio dello sport, sappia essere una grande, autentica gioia, per tutti.
Michele Selvaggi