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Arriva a Matera il giro d’Italia alla ricerca della salute del suolo. Perché se è vero che senza un suolo sano non ci sono cibi sani, è altrettanto vero che l’agricoltura sostenibile può contribuire concretamente alla salute del suolo.
Per farlo occorre abbandonare un sistema agricolo intensivo, fondato sulla monocoltura e chimica di sintesi e passare a un’agricoltura sostenibile con colture diversificate, in grado di tutelare gli ecosistemi e la biodiversità Questo consente di avere un suolo fertile, parte di un sistema resiliente ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali e meno vulnerabile agli stress esterni.
Oggi i terreni sono un elemento trascurato sia dalla tutela di legge che dalle convenzioni internazionali. Nei campi, pesticidi, erbicidi e fungicidi lasciano tracce di sostanze chimiche di sintesi che minacciano la qualità dei raccolti, le acque di superficie e quelle sotterranee, la salute degli ecosistemi terrestri e acquatici.
Proprio per parlare di salute dei suoli e di agricoltura sostenibile, il progetto Cambia la Terra promosso da FederBio con Legambiente, Lipu, ISDE-Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF ha lanciato “La Compagnia del suolo”, una campagna di sensibilizzazione patrocinata dall’Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - che sta attraversando l’Italia da nord a sud in nove tappe, a partire dal 28 luglio fino alla prima metà di ottobre 2021.
Ottava tappa, Matera. Qui La Compagnia, composta da quattro persone (tre ragazzi e un agronomo qualificato), si fermerà in un’azienda biologica e in una convenzionale, prelevando campioni di suolo che verranno poi esaminati da un laboratorio accreditato per verificare la presenza nei terreni di sostanze chimiche derivate dall’uso di insetticidi, diserbanti, fungicidi. I risultati delle analisi dei vari campioni di terreno saranno presentati e discussi in un evento finale che si terrà a Roma a fine novembre.
In coincidenza di questo prelievo, la Compagnia del Suolo organizza un aperitivo biologico presso il ristorante Agriristories con annesso workshop. All’incontro il cui tema è “La tutela del suolo passa da un’agricoltura pulita” interverranno Michele Monetta, FederBio; Luigi Agresti, WWF Italia; Antonio Lanorte, Presidente Legambiente Basilicata; Giuseppe Mele, Alsia.
"Il suolo è una risorsa preziosa che finora non abbiamo protetto. Dobbiamo cambiare rotta. La diffusione e lo sviluppo dell'agricoltura biologica può fornire da subito risposte concrete, operative e pratiche ai cambiamenti climatici. Non certo il solito bla...bla…bla... denunciato a ragione dai giovani", dichiara Michele Monetta, membro del Direttivo Nazionale FederBio. "Oltre al problema dei pesticidi occorre considerare che il settore agroalimentare contribuisce per il 23% alle emissioni di gas serra. L’agricoltura biologica, con le sue tecniche di gestione del suolo – tra cui rotazione, sovesci, compostaggio, insetti utili - oltre a sprecare circa il 30% in meno di energia contribuisce a incrementare la biodiversità e la sostanza organica nel suolo. Quest’ultima è costituita prevalentemente da carbonio che cattura la CO2 dall’atmosfera riportandola nello strato superficiale del terreno per renderlo fertile e produttivo. Ed è per questi motivi che l’Ue ha fissato l’obiettivo di convertire al biologico il 25% della Sau entro il 2030, mentre oggi siamo a meno dell’8% a livello europeo", ha aggiunto.
"E' oramai evidente che l'agricoltura intensiva industriale è una delle principali cause di perdita della biodiversità in Europa e nel nostro Paese”, afferma Luigi Agresti, Wwf Italia e a pagarne le conseguenze sono tutte le specie che abitano il nostro pianeta ad iniziare dalla nostra. In particolare l’uso intensivo e prolungato di pesticidi nelle aree agricole è uno dei principali fattori alla base del declino della biodiversità poiché queste sostanze chimiche hanno effetti tossici anche su organismi viventi che non sono il loro diretto bersaglio, come anfibi e rettili ma anche uccelli, mammiferi, insetti impollinatori e con ripercussioni drammatiche sugli ecosistemi. In Europa il 62% delle aree agricole è ad alto rischio di inquinamento da un pesticida e il 94% da più di una sostanza. Per contribuire alla transizione ecologica, sempre più urgente e necessaria, l’agricoltura deve orientarsi all’agroecologia, che applica i principi ecologici alla gestione dei sistemi agricoli. Solo così possiamo favorire tutti i processi naturali di rigenerazione e resilienza, e tutelare la salute umana e quella del Pianeta. E la Basilicata può essere in tal senso un importante laboratorio e fare da apripista per le altre regioni”, conclude.