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Mentre il Presidente Bardi e la nuova maggioranza di centrodestra sono in attesa del ballottaggio del capoluogo di regione per definire la nuova giunta regionale, il mondo agricolo lucano vive uno dei peggiori momenti della sua storia in Basilicata. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali del PD Cifarelli, Lacorazza e Marrese.
Attualmente ci sono aree che hanno già iniziato il raccolto, dopo 8/9 mesi di gestazione, che vedono buona parte delle aziende rinunciare al raccolto per antieconomicità rispetto ai soli costi di raccolta.
La carenza di acqua morde le caviglie degli agricoltori, ma provvedimenti a seguito dell’ultimo tavolo tecnico tenuto a maggio scorso non se ne intravedono, e neanche il seguito a quello che riguardava le calamità 2023 in particolare per il settore vitivinicolo a causa dell’attacco di peronospora. E soprattutto ancora non si conosce il seguito delle decisioni assunte dal Consiglio regionale il 27 febbraio scorso, allorquando su istanza delle minoranze fu deliberato un atto che impegnava la Giunta regionale ad evitare l’aumento dei canoni irrigui, a risarcire i danni causati dai cinghiali alle colture e per contenere il costo del carburante, dichiarano i Consiglieri del PD.
Eppure il Consiglio regionale aveva impegnato la Giunta regionale a “farsi carico, in ordine alla questione afferente all’abbattimento dell’aumento della tariffa irrigua consortile (da 0,5 a 0,6 centesimi di euro al metro cubo), dei costi del deliberato aumento per un importo pari a 3ME. Per quanto riguarda l’indennizzo e il risarcimento per danni a colture causate dagli ungulati - veniva specificato nel documento – e venivano individuate risorse di 2 milioni di euro pari al doppio di quelle erogate dell’anno precedente; in merito all’aumento del costo del carburante agricolo venivano previste risorse a carico degli accordi MISE-MEF-Regione Basilicata per l’impiego delle risorse derivanti dalle compensazioni per le estrazioni petrolifere liquide e gassose a valere sul Fondo Produzione 2023 pari a 12 milioni di euro, destinati ad interventi eccezionali per calmierare i costi connessi al ‘caro carburante’”.
La risoluzione infine prevedeva di “valutare con gli uffici l’esistenza dei presupposti per la richiesta dello stato di calamità connessa all’emergenza siccità e ad attivarsi nell’immediato per dare attuazione alla risoluzione”.
Fino ad ora il Presidente Bardi ha dato priorità ad altro, concludono Roberto Cifarelli, Piero Lacorazza e Piero Marrese, ma, come vediamo, i problemi che non vengono affrontati non si risolvono da soli, anzi si acuiscono. Bardi lasci stare gli equilibri di potere, tanto Fanelli è destinato a perdere le elezioni di Potenza perché ha dimostrato la totale incapacità nell’affrontare questioni complesse tanto in sanità quanto in agricoltura, e si occupi dei veri problemi dei lucani ed in questo caso degli agricoltori e delle loro associazioni che, seppure in modo ancora troppo flebile, fanno sentire la propria voce.