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L’indice dell’Unione europea sulla qualità istituzionale, stilato in collaborazione con l’Università di Goteborg, pone le regioni del Sud Italia agli ultimi posti della classifica stilata. La Calabria e la Campania si collocano poco sopra la regione della capitale della Romania, Bucarest. Già questo deve far riflettere amministratori e governatori. Ma a far preoccupare ulteriormente è la posizione della Basilicata nella particolare classifica, che è in compagnia di regioni bulgare, rumene, ungheresi e greche. Una condivisione di posizione non certo invidiabile rispetto ai parametri dell’ateneo di Goteborg, dove i ricercatori da circa vent’anni svolgono una valutazione comparativa della qualità istituzionale nei Paesi Ue prendendo in considerazione gli indicatori della corruzione, dell’applicazione imparziale dello Stato di diritto e dell’efficacia della burocrazia pubblica.
Le conclusioni alle quali giungono “The Quality of Government Institute” di Goteborg e l’Unione europea fanno scattare un campanello d’allarme se si pensa anche alle ingenti somme legate al Pnrr, che dovranno essere gestite dalle Regioni e, per quanto riguarda la Basilicata, le risorse derivanti dallo sfruttamento del territorio (acqua, idrocarburi, eolico e fotovoltaico).
Il sedicente “governo del cambiamento” della Regione Basilicata farebbe bene a prendere in considerazione gli studi e le ricerche che a livello europeo presentano una situazione non certo lusinghiera. Senza dimenticare che, nel contesto europeo, ai fini di indagine, vengono considerati alcuni parametri che tengono pure conto della percezione dei cittadini sui livelli di corruzione, la qualità della burocrazia e l’imparzialità della Pubblica amministrazione.
Infine, voglio ricordare a qualche predicatore delle pubbliche virtù e finto moralizzatore, che la stessa Università di Goteborg, nel 2018, in analoga indagine del Quality of Government Institute, poneva la Basilicata al terzultimo posto nella classifica delle regioni più corrotte in Europa, come ebbi modo di evidenziare pubblicamente sulla stampa quattro anni fa. I mali della nostra terra, purtroppo, vengono da lontano. Chi afferma un crollo della credibilità della nostra regione solo adesso, chi ha la memoria corta e con ipocrisia dimentica il passato può essere facilmente smentito.