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Per la parrocchia di Sant’Antonio, ma non solo, quella del 7 ottobre scorso, fu un giorno particolare, tutto da ricordare, con il sottile velo di tristezza per l’ufficiale commiato del beneamato don Michele Leone, chiamato a guidare la importante parrocchia di S.Agnese e quella del SS. Crocefisso di Matera, alla grande gioia per l’insediamento del nuovo parroco, nostro compaesano, don Mattia Albano che, attraverso una solenne cerimonia, alla presenza dell’ Arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo e di numerosi fedeli, aveva preso possesso della nuova sede di piazza Umberto I°.
Qualche settimana prima, lo aveva preceduto don Filippo Lombardi nominato nuovo parroco della parrocchia di S. Giovanni Bosco a Marconia e seguita dalla presa di possesso della parrocchia Madonna del Carmine di Tinchi da parte di Don Antonio Lopatriello, dopo aver lasciato quella di Craco Peschiera. Entrambi questi ultimi parroci, nominati dal Vescovo in seguito all’abbandono programmato dei Padri Maristi, dopo una storica permanenza di circa mezzo secolo a Marconia e Tinchi.
I tre riti svolti in un contesto di speranza per la crescita di una grande comunità di fedeli come la nostra, testimone, negli ultimi anni, di radicali cambiamenti con l’arrivo di nuovi diaconi e di nuovi sacerdoti e nuovi parroci, attraverso quella che, non a caso, è stata definita la “grande primavera” della chiesa pisticcese.
Dal loro insediamento sono trascorsi giorni e settimane, caratterizzati dai primi passi di don Mattia, don Antonio e don Filippo nelle nuove sedi parrocchiali, bravi, tra l’altro, a saper rendere meno traumatico, come del resto sarebbe stato naturale, l’abbandono comandato, di un parroco come don Michele Leone che qualche decennio fa, seppe raccogliere la non facile eredità di una storica, capace, lunghissima guida di un grande sacerdote come fu don Paolo D’Alessandro e quello non meno traumatico dei padri Maristi anche loro, appunto, guida storica di una grande e importante parte del nostro territorio.
Don Mattia, in questi primi due mesi di apostolato, in un rione che lo ha visto nascere e di una parrocchia dove è cresciuto spiritualmente fino al sacerdozio, unitamente a don Antonio e don Filppo, ha saputo porre le basi per tracciare quello che, auspichiamo con tutto il cuore, sarà il loro percorso di vita spirituale in mezzo alla gente che ha dimostrato subito di volergli bene. La cosa, per chi ha il piacere, ma anche la fortuna di frequentare il tempio di Sant’Antonio, quello della Madonna del Carmine e l’altro di S. Giovanni Bosco, la si tocca per mano e tutto fa supporre che, con il costante aiuto dei fedeli, sotto la guida dell’Arcivescovo che ha fortemente voluto i cambiamenti e quello divino del Signore, senza comunque mai dimenticare la “benedizione” di chi li ha preceduti, darà grandi frutti per creare un luminoso cammino parrocchiale di fede e comunione, con alle basi gli insegnamenti cristiani fondati sulla carità, gentilezza, rispetto della persona umana e non ultimo la disponibilità al perdono. Tutti principi - riteniamo - già sposati da don Mattia, don Antonio e don Filippo, sempre a guida di un importante, ma anche umile mandato che accompagnerà la loro missione.
Quest’anno per loro sarà anche il primo Natale da parroci delle nuove sedi, anche se in un periodo un po’ (troppo) “speciale” a causa di questa terribile pandemia. Sapranno responsabilmente onorare anche attraverso il rispetto di una antichissima tradizione che da sempre accompagna quello, che è l’evento più sentito e bello dell’anno: Il Santo Natale.
A don Mattia Albano, a don Antonio Lopatriello, a don Filippo Lombardi, ma anche a don Michele Leone, l’augurio per il cammino della nuova esperienza parrocchiale e quello per le festività, esteso anche agli altri parroci don Rosario Manco, don Antonio Di Leo, don Giuseppe Di Tolve, don Rocco Rosano, don Giovanni Punzi, don Leonardo Sisto, don Franco Laviola, don Giuseppe Casalaspro, i Padri Maristi che da poco ci hanno lasciato e al nuovo diacono Don Fabio Vena.
Michele Selvaggi