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Torna la Settimana Santa, interrotta per ben due anni per via della pandemia, e già ripresa, più o meno senza limitazioni di sorta l’anno scorso. Una volta, questi erano i giorni delle “troccole” e dei “troccolanti”, che annunciavano e accompagnavano la settimana che precedeva la Pasqua con i suoi commoventi e struggenti riti, celebrati tra fede, storia e tradizione, rivissute attraverso la Passione di Cristo.
Ma a Pisticci, c’è sempre qualcosa di speciale nei riti della settimana santa. Evento unico, che diventa anche una grande festa di popolo, riproposta attraverso grandi emozioni tutte da vivere, misti ad una spiritualità tutta da scoprire. Un’aria impregnata di fede e di dolore che si avverte in ogni angolo della città. Riti espressivi che nascono da una antichissima civiltà di cultura, mista di un sentimento di pietà e religiosità popolare, mai scalfiti dal tempo. Un appuntamento fisso, con tradizione, fede e storia per perpetuare toccanti momenti spirituali e penitenziali, sempre ricchi di fascino arcano che si perde nei tempi.
E’ innegabile che in questo contesto, Pisticci ha avuto sempre un ruolo di primo piano e la sua settimana santa può sicuramente essere definita straordinaria per come è preparata ed attuata, grazie all’impegno dei giovani parroci e dei fedeli tutti. Evento, sinonimo di grande riflessione, toccando altissime punte di partecipazione e coinvolgimento.
Il tutto, ha preso il via la Domenica delle Palme per concludersi 7 giorni dopo con l'apoteosi della Resurrezione. Con la funzione serale del giovedì, si entra nel vivo quando la gente, nelle chiese delle parrocchie di appartenenza, partecipa al rito della lavanda dei piedi, prima delle grandi rappresentazioni serali con la visita ai Sepolcri nelle chiese cittadine e la veglia notturna a Gesù morto. Ma l’appuntamento più importante col momento più spirituale ed atteso, è quello del venerdì santo, con la solenne lunghissima processione serale dei Misteri. Un lento, mesto corteo accompagnato dalle note funebri della banda del Maestro Mariano Pastore e da canti tradizionali che, partendo dalle varie parrocchie, si incontra e fonde in piazza San Rocco, percorrendo poi le più importanti vie del centro dietro i simulacri dell’Addolorata e feretro di cristallo di Gesù morto, portati a spalla da devoti e scortati da donne vestite di nero, dietro cui si muovono i fedeli di tutta la città. Il corteo termina a sera tardi nella piazza Umberto, con la benedizione dei parroci don Rosario Manco, don Antonio Di Leo e don Mattia Albano (è ipotizzabile anche la presenza di don Michele Leone) e lo scioglimento delle processioni che poi separate raggiungono le proprie sedi.
Rito di grande commozione, estremamente seguito e sentito, celebrato solennemente anche in altre parti del territorio a testimonianza di come qui, fede e religiosità siano sentimenti ben radicati e forti. La storia ci ricorda che fino agli anni 70, le processioni dei Misteri, precedute dai "troccolanti", erano addirittura quattro: quella di San Giovanni, all’alba, l’altra delle ore 10,00, di Sant’Antonio e la serale di Chiesa Madre, S. Rocco e Concezione. Poi, la processione è diventata unica e più solenne.
Suggestivi e ricchi di fascino, anche i riti a Marconia (parroci don Filippo Lombardi e don Franco Laviola) e a Pisticci Scalo (Parroco don Giuseppe Ditolve) e Tinchi (Parroco don Antonio Lopatriello), dove sono registrate anche altre iniziative per il periodo pasquale. I momenti di grande riflessione e preghiera durante il silenzio liturgico del sabato, preludio alla Pasqua di resurrezione, concludono i riti pasquali.
Michele Selvaggi