Lunedì, 23 Dicembre 2024

La nostra storia. Quando le donne dell'affascino ti guarivano dal mal di testa

Sabato, 29 Luglio 2023

Se avevi mal di testa, niente aspirina o tachipirina per fartelo passare. Bastava far visita a chi aveva il “potere” di curare il così detto “affascino”, usando le proprie mani con delicatezza sulle parti dolorose del capo, fino a far scomparire il dolore. (Per altri tipi di dolore, muscolare, osseo, slogature, lesioni e fratture, era necessario rivolgersi a zio Gaetano “Melampo”, un ortopedico fatto in….casa,  capace di risolvere questi problemi ).

La nostra storia, questa volta, si sofferma appunto su operazioni di parecchi decenni fa, che, grazie all’intervento di queste persone, si alleviavano o addirittura eliminavano noiosi mal di testa, senza comunque ricorrere a medicinali vari, a quei tempi poco o per niente conosciuti e usati. Pratica più che naturale che dava i suoi frutti, grazie al potere taumaturgico di questi soggetti a cui ci si rivolgeva con massima fiducia per combattere quel noioso male che penalizzava l’attività di tante persone.

I guaritori (soprattutto donne) usavano tutta una tecnica per individuare varie forme di dolore che andavano dalla semplice emicrania, all’affascino “amoroso”, “invidioso” o di altra natura, che altri soggetti, per particolari motivi personali, avrebbero trasmesso, determinando un certo malessere che il più delle volte incideva sul proprio comportamento. Il più ricorrente, sempre secondo i ricordi di allora, era “l’affascino d’amore”, che colpiva maschi e femmine e che il più delle volte era motivo determinante di rotture di rapporti amorosi per colpa di soggetti interessati, ma anche di forzosi innamoramenti.

Per l’occasione ricordiamo un simpatico episodio, di cui allora si parlava in Terravecchia, ed aveva come soggetto un bel giovane graduato in forza al presidio militare italiano istallato a Pisticci al secondo piano del Palazzo De Franchi, vicino al Castello, nell’estate del 1943. Da qualche giorno, quel militare, educato e gentile, che aveva familiarizzato col rione, lamentava un gran dolore al capo e qualcuno gli consigliò una guaritrice del posto. Detto, fatto!  Questa la diagnosi: “E’ un mal di testa di natura amorosa!  Una ragazza del rione è innamorata di te e non sa come fartelo sapere”.  Il giovane la prese in maniera scherzosa e si fece una gran risata, precisando di non credere a queste cose e che comunque nessuna ragazza si era fatta avanti.  “Scriverò subito a mia madre - disse - annunciandole che grazie al mal di testa, forse mi fidanzerò con una delle tante belle ragazze pisticcesi”. Ma quel mal di testa gli passò per davvero. Della ragazza però, non ci fu traccia.

A parte le considerazioni, simpatiche o meno, su questo e altri episodi, la nostra città - ricordiamo -  era ricca di “guaritori” ed ogni rione contava su diversi individui a cui abitualmente ci si rivolgeva per bisogno. Ovviamente, alla guarigione, contribuiva anche una certa spinta psicologica determinata dal potere dei soggetti, di trasmettere massima fiducia sul proprio operato. Operazione che in media durava 10 - 15 minuti, nel massimo silenzio e con la recita sottovoce di frasi che solo loro conoscevano, magari riconducibili a invocazioni religiose. Particolare importante, lo “sbadiglio” durante l’operazione, magari ripetuto più volte, con il significato preciso che “l’affascino” era in atto.

Una pratica che a quei tempi, in tanti ricorrevano, in voga fino a qualche decennio fa e forse anche dopo.

Un racconto il mio, che può sembrare un pò al limite del paradosso, inverosimile, soprattutto per chi non ha vissuto quei tempi.  Ma le cose andavano così.

Il tutto lo abbiamo voluto riportare, attraverso i nostri ingialliti ricordi, testimonianze e soprattutto, racconti d’epoca, scusandoci, naturalmente, per qualche inesattezza. Racconto che comunque, come per altri, che abbiamo trattato, riteniamo, merita un posto di rilievo nella nostra storia.

Michele Selvaggi

Ultima modifica Sabato, 29 Luglio 2023 14:41

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