Domenica, 23 Febbraio 2025

Ci dicono che la Terra si sta riscaldando sempre di più, con gli inverni che non son più quelli di una volta. In effetti, la stagione invernale fino a qualche decennio fa, la ricordiamo diversa dalle attuali e, attraverso i ricordi, anche se un po’ sbiaditi, il freddo invernale, era più rigido, con le nevicate, almeno dalle nostre parti, che si verificavano spesso e anche in modo abbondante.

Allora - erano i primi tempi dopo la fine della guerra - non esistevano i termosifoni attuali e andare a scuola, prima come scolari e poi come studenti, era una impresa, atteso che le aule erano sempre fredde e le conseguenze le subivamo sempre noi ragazzi, costretti, per ripararci dal freddo, a non togliere in classe il cappotto per attenuare un pò la rigida temperatura dell’aula.

In particolare, proviamo a ritornare scolari di quei tempi, quando puntualmente, all’ingresso della scuola di via Cantisano, esposta a nord, ogni mattina, trovavamo i bidelli come la signora Buonerba e zio Ferdinando che preparavano i bracieri pieni di carbonella accendendo il fuoco. Ma quelle fonti di calore, non erano destinate a noi scolari, bensì ai nostri maestri che il braciere acceso lo tenevano sotto la cattedra per riscaldare il proprio corpo.  Un riscaldamento a senso…. unico quindi, che, a noi scolari, non ci toccava, sperando magari in qualche breve allontanamento del maestro, per “rubare” pochi attimi di calore. Per fortuna, in classe nostra, il maestro Antonio Percaccia - la cosa la ricordiamo perfettamente e va a suo onore -  nelle giornate più rigide, posizionava il braciere acceso davanti alla cattedra ed a turno, per qualche minuto, ci permetteva di riscaldarci. Una piccola, grande cosa per noi ragazzi irrigiditi dalla temperatura bassa, che significava tanto, grazie ad un, attento, generoso educatore come il nostro maestro Antonio. Maestro Antonio, che, contrariamente agli usi scolastici dell’epoca, ricordiamo, non usava quasi mai la bacchetta quando doveva punirci, magari sgridandoci e minacciando di comunicare la nostra impreparazione, ai genitori. Ovviamente parliamo del nostro maestro, che comunque non era il solo a comportarsi così, ma anche diversi altri educatori, del plesso Cantisano, come ci informavano i nostri scolari colleghi. E la cosa faceva onore anche a questi maestri.

Finita la Scuola Elementare, si accedeva all’ Avviamento Professionale, la cui frequenza era gratis, contrariamente a chi sceglieva la Scuola Media il cui accesso era consentito col pagamento di una retta mensile.

Per quel che concerneva il problema del riscaldamento in classe, nulla era cambiato. La mattina il bidello Zio Vincenzo, preparava l’accensione dei bracieri di carbonella per il Preside (allora si chiamava Direttore) Giuseppe Cerabona e per i vari professori che si alternavano alle cattedre delle classi, secondo gli orari di lezione stabiliti. Anche in quella scuola di Avviamento, dove ancora non c’erano i termosifoni, gli studenti non avevano accesso al riscaldamento ed anche lì, i cappotti, nel periodo freddo, si tenevano sempre addosso.  All’ora di ricreazione però, sempre nelle giornate rigide, un santo protettore “veniva in nostro aiuto”. Parliamo della signorina Maria Viggiani, figlia dei proprietari di quello stabile scolastico di via XVI Agosto nel rione Matina, che, a gruppi ci faceva avvicinare al fiammante camino di casa, per regalarci qualche minuto di tepore. E per noi era tanto!

Sono trascorsi tantissimi anni da allora, ma chi ha frequentato quella scuola, ricorderà questi particolari episodi e soprattutto Maria, quella “speciale” persona che ora non c’è più, che, grazie alla sua genuina generosità, anche se per poco, ci consentiva il ristoro del riscaldamento.

La nostra storia, era anche questa. Ed è sempre bello ricordare quei difficili tempi andati.

Michele Selvagi

Fa parte di diritto della nostra storia, quella che fu la prima donna soldato di Pisticci, dopo l’approvazione da parte del Parlamento italiano, della Legge n.380 del 20 ottobre 1999 con cui l’Italia si allineava ai Paesi della NATO, aprendo le Forze Armate al reclutamento femminile. E noi con immenso piacere, la vogliamo ricordare.

Da sempre, le campagne elettorali sono caratterizzate da accesi scontri politici tra le fazioni in lizza, attraverso incontri, comizi a volte pacati, ma anche forti e violenti, nelle varie piazze cittadine.

La nostra storia, questa volta ritorna su un avvenimento di qualche decina di anni fa, la campagna elettorale del 1980 per la elezione del Sindaco, ricordata in particolar modo, per la presenza, oltre ai partiti tradizionali, di una Lista Civica cittadina, con candidati apartitici, composta da operai, commercianti, professionisti anche laureati. Tutta brava gente, per l’occasione, che voleva portare aria nuova e far sentire la propria voce in modo diverso dal solito e un pò fuori dal coro, magari, senza offendere nessuno, attraverso incontri e soprattutto comizi di piazza.

Tanti sicuramente ricordano quel gruppo civico, altri ne hanno sentito parlare.

La cosa andò subito nella direzione voluta, registrando, ad ogni loro comizio, il pienone di gente, tra gli hurrà, osanna, evviva e tanti applausi. Clima piacevolmente surriscaldato in pochi giorni, quando tutti attendevano quella “ora X” di ogni sera, per non perdersi una sillaba pronunciata da quei simpatici candidati che la piazza sosteneva con le ovazioni tipiche dei grandi personaggi. Ovviamente, il successo e la soddisfazione per la grande partecipazione di pubblico, suscitò negli stessi, incoraggiamento ed euforia necessaria per accontentare le masse che le sostenevano. Ogni loro apparizione sul palco, era caratterizzata e accompagnata da simpaticissime, piacevolissime novità con riferimenti, anche al limite della realtà, di episodi piacevoli, aneddoti, barzellette ed ogni altra cosa che potesse far felice la piazza che con il suo caloroso sostegno, li incoraggiava a trovare sempre qualcosa di nuovo, del presente o del passato, da offrire in salsa divertente e spassosa.

Son trascorsi da allora, ben 44 anni, ma quella Campagna elettorale, che finì a cavallo tra il mese di giugno e luglio 1980, addolcita dalle gesta di questa lista, resta unica nella storia della nostra città, lasciando uno strascico di piacevoli e mai sopiti ricordi per un qualcosa che non si è mai più ripetuto. Peccato!

Per la cronaca e per la storia, ricordiamo che quella elezione fu vinta da Gaetano Michetti della Democrazia Cristiana. Nessuno, purtroppo, di quei simpatici candidati Civici, fu eletto al Consiglio Comunale.

Resta comunque il bel ricordo, grazie alla loro gradita presenza, di una campagna elettorale brillante e fuori dai normali protocolli che generalmente caratterizzano le battaglie per il voto. Anche a distanza di tanti anni, attraverso un gentile pensiero, vogliamo rendere omaggio a quei coraggiosi aspiranti consiglieri (tanti, non ci sono più), per averci regalato quel gustoso, spassoso, indimenticabile, inizio estate di quel lontano 1980.  Che nessuno aveva immaginato!!!!

Michele Selvaggi

immagine tratta dal libro “La Politica e i suoi Uomini”

La nostra storia ci riporta indietro di quasi 70 anni, per ricordare una delle più grandi nevicate del passato: quella del 1956.

La guerra era dietro le spalle. Sparita anche la fame, quella vera che aveva mietuto vittime e che l’aveva fatta da padrona durante il conflitto e nei primi anni dopo il 1945. L’Italia, piano piano si rialzava preparandosi a dimenticare il tragico passato e a diventare una nuova nazione.

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