Mercoledì, 12 Marzo 2025

La dannosa inettitudine della classe dirigente lucana

Mercoledì, 12 Marzo 2025

Una delle poche Regioni a vivere più intensamente le conseguenze della inettitudine di scelte politiche anacronistiche e antistoriche in capo ad una classe politica la cui collocazione va oltre il tradizionale perimetro del centro destra e dello stesso centro sinistra un pò obsoleto.

Alcuni conclamati fenomeni ci aiutano a comprendere il severo giudizio: l'atavico fenomeno dello spopolamento delle aree interne del materano e del potentino con il conseguente processo di senilizzazione della popolazione dei centri abitati e dell'abbandono delle campagne, costituisce un esempio a cui la vecchia e la nuova classe dirigente non ha saputo o voluto dare risposte e soluzioni.

Il processo di deindustrializzazione prima con lo smantellamento dell'industria della Val Basento e poi con il depauperamento della Sata-Stellantis, sono la riprova di un cambio di indirizzo nelle politiche di sviluppo ed occupazionali del territorio regionale. La frenetica estrazione del petrolio affidata alle Multinazionali che si pensava essere l'unica opportunità di sopperire al fallimento delle politiche industriali si è dimostrata solo causa di sfruttamento di risorse e di incalcolabili danni di inquinamento ambientale a danno anche della salute delle popolazioni. Contemporaneamente si pensava di puntare al turismo balneare con grandi complessi sulle spiagge ioniche dimenticandosi del turismo diffuso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: scarsa affluenza di turismo di elìte e poco turismo di massa eccezion fatta per la città dei Sassi. Restava il settore primario, o meglio l'agricoltura nelle aree ad alta suscettività agricola: il Metapontino, le valli fluviali e le aree del melfese e dintorni da attrezzarle e renderle irrigue. Si procede all'allargamento delle aree irrigue con il servizio Consortile coprendo una superficie di circa 85 mila ettari: il più grande Consorzio di Bonifica di Italia. Progetto oltremodo ambizioso anche pe utilizzare produttivamente le risorse idriche autoctone e la naturale vocazione delle plaghe agrarie. Al momento dei terreni serviti da impianti irrigui collettivi solo circa 15 mila ettari si possono irrigare a causa e per effetto della pessima gestione della risorsa idrica da parte di tutti gli enti che concorrono al governo della Acqua quale bene comune ed indispensabile alla vita e all' agricoltura.

Le comunità dell'intera Basilicata dopo tanti fallimenti industriali, dopo tante promesse di sviluppo e di crescita legate all' estrazione del petrolio e del gas, dopo tanti progetti faraonici per il turismo e dopo tanti decantati risvegli della Piccola California -il Metapontino - attraverso una agricoltura moderna e futuristica si trovano a vivere il supplizio di Tantalo che immerso in un lago di acqua, ma assetato e nell'accingersi a bere l'indispensabile elemento finiva disperato e avvinto dalla sete perché l'acqua per volontà divina si allontanava. Un racconto della mitologia greca che dà l'idea di come si fa perire un essere umano per vendetta divina; nel nostro caso per inettitudine periscono colture agrarie, soffrono intere comunità; in questo caso l'inettitudine è di natura umana e si chiama Bardi e chi lo sostiene, si chiama Musacchio e i suoi fedeli, ma anche chi l'accetta passivamente e chi vive nell' indifferenza.

Così con una nota inviata in redazione il Prof.F.M. Malvasi per Tavolo Verde Puglia e Basilicata

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