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A due mesi esatti dalla decadenza di Domenico Tataranno, giovane sindaco di Bernalda-Metaponto resa possibile dalle dimissioni in massa di nove consiglieri della sua lista, comincia a delinearsi il vero motivo di come questo sia potuto accadere.
Tralasciando le superficiali e generalizzate analisi e considerazioni che da più parti continuano a dare la colpa esclusiva del default amministrativo allo stesso sindaco Tataranno, “reo” di essersi tesserato al partito della Lega, le cose secondo noi non stanno affatto così, e la riprova di ciò ci viene sempre più confermata ogni giorno che passa. Veniamo ai fatti.
Il 29 gennaio 2021 noi, rappresentanti del comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e del Movimento Astensionista Politico Italiano (fondati qui a Bernalda 15 anni fa con l’intento di combattere il pesante malaffare politico/amministrativo/clientelare dell’enclave di sinistra che opprimeva con modalità asfissianti l’intero comparto economico e sociale di queste realtà territoriali), sollecitati da numerosi contribuenti, protocolliamo una richiesta di chiarimenti urgenti sull’annosa questione delle “cartelle pazze” all’indirizzo del responsabile dei servizi tributari, alla Segretaria comunale e per conoscenza all’allora sindaco Domenico Tataranno.
Mentre Tataranno, ricevuta tale comunicazione ci offre la sua disponibilità ad effettuare le verifiche e gli aggiustamenti procedurali necessari, i due responsabili di servizio ci comunicano invece una serie di aspetti tecnici che, comunque, non chiariscono né soddisfano le nostre perplessità relative ad un numero imprecisato di atti giudiziari emessi annualmente da Equitalia a fronte, però, di pagamenti regolarmente effettuati dai contribuenti.
Nell’attesa di incontrare sindaco e funzionari per cercare quelle soluzioni che potessero risolvere la questione scoppia a quel punto la problematica della sua adesione al partito di Salvini.
Una bufera indescrivibile, con dimissioni in massa di assessori oltre ad attacchi provenienti dagli ambienti più disparati per quella che, secondo noi, rappresenta una presa di posizione personale e dunque una scelta politica pienamente legittima, condivisibile o meno, ma che non può mai giustificare la sottrazione di un sindaco e di una amministrazione comunale democraticamente eletta. Tale sottrazione è un danno per la comunità, che perde i suoi rappresentanti e introduce alla guida un commissario che risponde al prefetto e non più al popolo.
Il 23 marzo, poco prima del consiglio comunale che avrebbe o sfiduciato o dato il via alla nuova giunta messa nel frattempo in piedi da Tataranno, i nove consiglieri di maggioranza si dimettono in massa facendolo, appunto, decadere.
A questo punto il Prefetto di Matera, con un tempismo perfetto e per certi versi quasi emblematico, a pochissime ore dal “fattaccio” nomina, subito dopo la firma del decreto di scioglimento degli organi amministrativi comunali, il Commissario prefettizio D.ssa Iaculli, che già dal 24 marzo si insedia a Bernalda iniziando a lavorare alacremente.
Il 6 aprile riprendiamo la questione tributaria, protocollando al Commissario Iaculli una richiesta urgente di incontro sempre relativo a detta problematica, sollecitandola ulteriormente nei giorni successivi.
Non ricevendo alcun riscontro, il 27 aprile protocolliamo l’ultima nostra richiesta, in questo caso di accesso agli atti specificando, però, di voler conoscere solo l’entità del “complessivo” delle cartelle inviate dal Comune, e del complessivo degli sgravi concessi a seguito di istanze in autotutela da parte di chi non era in debito con le tassazioni richieste. Il 13 maggio parte quindi l’inquietante comunicazione comunale di risposta, a noi diretta, di mancato accoglimento della nostra richiesta conoscitiva di detti ammontari complessivi.
Quest’ultimissima comunicazione ricevuta pochissimi giorni fa rappresenta per noi una vera e propria dichiarazione di guerra burocratico-amministrativa, poiché oltre a calpestare la sovranità popolare lede il principio della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e tratta i cittadini non come tali ma come sudditi.
Se a tutto questo aggiungiamo poi il ripristino, a nostro avviso pienamente “ritorsivo” reintrodotto da poco dalla commissaria prefettizia relativamente ad alcuni odiosissimi balzelli collegati alle attività cimiteriali e non solo, (tasse faticosamente abolite proprio dal sindaco Tataranno grazie anche al nostro impegno collaborativo con la sua amministrazione), risulta evidente il disegno strategico perpetrato e coordinato, ahinoi, addirittura ad alto livello.
Quello in atto è secondo noi un tentativo subdolo e sovversivo di incidere sulle coscienze della popolazione, al fine di annientare la buona reputazione e benevolenza goduta dall’ex sindaco da parte dei suoi concittadini, favorendo nel contempo alcune trame finalizzate a riconsegnare nuovamente il potere a quelle organizzazioni politico-affaristiche che si sono sempre distinte nel saccheggiare e depredare all’inverosimile questi territori.
Il nostro sospetto è che le cartelle esattoriali verso contribuenti in regola con i versamenti potrebbero non essere causa di semplici errori o inadempienze contabili, ma strumenti di copertura di ben più gravi ed inquietanti pianificazioni.
Precisiamo infine che nel caso dovesse continuare a perdurare l’infame ostracismo dimostrato, le istituzioni coinvolte si assumeranno la totale responsabilità dell’avvio di un nostro capillare porta a porta finalizzato a raccogliere 12.500 richieste di accesso agli atti da protocollare al Comune (tanti sono i cittadini di Bernalda-Metaponto neonati inclusi), oltre alle conseguenti denunce che intendiamo proporre alla Corte dei Conti, alla Direzione Nazionale Antimafia e ovviamente alle massime Istituzioni nazionali ed europee.
Il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda-Metaponto
Il Movimento Astensionista Politico Italiano