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La questione dei cinghiali è talmente seria dal punto di vista sanitario ed economico che non può essere usata per la propaganda politica del sindaco Piero Marrese.
In Basilicata sono stati censiti 150 mila cinghiali, 1 ogni 3 lucani e tutti di grossa taglia, perché sono stati reinseriti “intelligentemente” cinghiali non autoctoni. Che pesano 100 kg in più in media e figliano 20/26 cuccioli per volta, contro 2 soli all’anno dell’autoctono.
Ricorrere alla caccia e al selecontrollo sfrenati, ogni giorno ogni ora e in ogni luogo, come urla da tempo il sindaco, non è materialmente possibile e non serve a risolvere il problema: anzi, a volte può creare un danno, come quando si spara con la carabina a un dominante o a una dominante, col rischio di mandare in calore ben 4/8 animali in più per nucleo familiare, … con incremento esponenziale di cucciolate nuove.
Ed è propaganda bella e buona anche quando si afferma che la“Regione non ha dato un euro per intervenire”.
Della serie: è colpa sempre degli altri, mai della nostra inerzia o incapacità.
La Regione Basilicata ha dato a tutti i sindaci gli strumenti normativi per ricorrere, in aggiunta alla caccia e al selecontrollo (come accade nel Vulture), anche ai chiusini per la cattura massale.
Ma della cattura massale (cioè di interi gruppi per volta), il sindaco Marrese non ne vuole sentire.
1, le gabbie lavorano per 24 ore, anche quando agricoltori, cacciatori e amministratori dormono;
2, possono catturare il nucleo familiare per intero che è anche di 50 unità per volta.
Giustamente, però, la Regione vuole sapere che fine faranno questi cinghiali catturati, perché sussiste un serio problema di natura sanitaria.
Li ammazziamo e li sotterriamo nei campi coltivati? Li buttiamo nei calanchi? Creiamo un cimitero di cinghiali nei campi coltivati?
Grazie alla normativa regionale, ogni sindaco può ora organizzare:
1, la filiera sanitaria con le Asl o per la sterilizzazione degli animali catturati o per la soppressione in sicurezza;
2, la filiera della macellazione per produrre salumi e … lavoro, coinvolgendo le autorità sanitarie e le società che producono insaccati. Come stanno facendo nel Lazio, in Umbria e nelle Marche.
3, In aiuto ai sindaci, dopo il quadro normativo attuato dalla Regione che ha permesso l’uso delle gabbie, può ora intervenire anche il presidente della Provincia di Matera, per organizzare un piano provinciale.
La lotta ai cinghiali va fatta su tutto il territorio provinciale e non solo a Montalbano.
Se il sindaco Piero Marrese non ha il numero di cellulare del presidente della Provincia, glielo passiamo noi, perché, se il Consiglio provinciale ha trovato 35 mila euro per organizzare uno spettacolo di Dino Paradiso (ex candidato alla segreteria del Pd) per gli studenti liceali, magari, il M5S Montalbano pensa che può trovarne altri 35 mila per una serie di gabbie per cattura massale, da sistemare un po’ dovunque nel territorio provinciale.
Così con una nota il M5S Montalbano Jonico