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A distanza di più di un anno, quando, in un altro mio scritto, facevo notare il triste e squallido scenario dei sacchetti di spazzatura, disseminati lungo la strada provinciale, che si presentava ai miei occhi, salendo, in macchina, da Marconia a Pisticci, nulla è cambiato, con rifiuti di ogni genere sparsi, dovunque, anche nelle strade.
Come non ricordare le nostre nonne, vestite con il loro stupendo abito tradizionale e le nostre mamme lavorare , per tenere pulite le loro piccole e modeste case e le stradine. Molti di noi ricordano con orgoglio il merito riconosciuto alla nostra gente per la pulizia e per il pane, considerato una vera specialità. Vorrei augurarmi che tale ”inciviltà” appartenga ad una piccola percentuale di concittadini. Quanto danno, però, si arreca all’immagine del nostro territorio! Non ho mai avuto la presunzione che le mie riflessioni sortissero ad effetto, visto che da figure istituzionali viene, spesso, la sollecitazione a cambiare atteggiamento. Forse ci sono persone che hanno bisogno di interventi drastici? Non, certamente, da auspicare in tempo di democrazia! Cosa pensare? Per il nostro territorio vi è scarso amore? Lo si vuole violare, a tutti i costi, per distruggerne la bellezza naturale o…? Mi chiedo: se qualche persona esterna, un forestiero o un turista ci facesse notare, anche garbatamente, ciò che è indifendibile, proveremmo vergogna di noi stessi? Penso proprio di sì! Permettetemi, come cittadina che ama la sua Terra e la difenderebbe “a spada tratta”, come tanti di noi, di sottolineare alcuni dei tanti, purtroppo, “limiti duri a morire”, ma che sono presenti nella nostra comunità e che non ci fanno onore. Nonostante il benessere economico che, certamente, molti di noi meritano, per averlo raggiunto grazie ai sacrifici e all’onesto lavoro dei nostri genitori e di ognuno di noi, per non parlare della crescita culturale, che ha e continua a caratterizzare la nostra comunità, motivo di orgoglio per i nostri genitori, che per noi, “poveri”, hanno saputo investire, anche con piccoli salari, in cultura, perché potessimo vivere bene ma, soprattutto, potessimo avere una mente aperta, che sapesse andare “oltre”, tali difetti ci sono e sono indifendibili. Per ragioni di spazio concesso, mi limiterò a citarne alcuni, perché ci aiutino a fare autocritica e, finalmente, a cambiare!...
Chiedo: esiste il pettegolezzo cattivo e calunnioso, legato a pregiudizi e preconcetti che cittadini acculturati non dovrebbero praticare? Ricordo che la mia mamma, che era originaria di Latronico (PZ), veniva definita “a muntagnola”. Sento ancora tale epiteto, ma anche di più “moderni”. Per fortuna, la mia cara ed indimenticabile mamma non ne restava affatto turbata, orgogliosa della sua provenienza! Un esempio, ella, per noi figli, educati ad essere contenti di quel poco che avevamo e di quel poco che eravamo: semplici, onesti ecc…Siamo cresciuti con questi valori, conservandoli, anche se cresciuti culturalmente, anzi riconoscendone tutta la portata umana, morale e spirituale, come la parte migliore di persone del nostro territorio. Il sentirsi ancora “superiori” per il denaro in più che si ha, per un titolo conseguito, sottolineando la differenza e, spesso, umiliando chi non ha e non è.
Dove sono in molti di noi l’umiltà, la semplicità, la tolleranza ecc…? Il conoscere tutti e sapere tutto di tutti dovrebbero aiutarci ad essere una comunità compatta, unita, coesa, che sa lavorare insieme per costruire e migliorare Sono tante le cose che non vanno: “ogni mondo è paese” Quando siamo insieme, in piccoli gruppi e si fa un’analisi vera del nostro vivere quotidiano, sappiamo essere anche “spietati” ma, se qualcuno, bonariamente, ce lo fa notare, allora diventiamo permalosi, ci offendiamo, usiamo un linguaggio triviale, attaccando con violenza, perché offesi nel nostro orgoglio di Lucani e meridionali. Vogliamo usare la cultura acquisita, il benessere conquistato per migliorare la nostra vita interiore? Per quella esteriore, per una buona fetta di popolazione, possiamo essere soddisfatti! Pensiamo a chi, invece, non ha e vive momenti difficili. Per questa parte dei nostri concittadini e per il territorio intero, vorrei augurarmi che, per le prossime votazioni locali, possa proporsi ed impegnarsi la parte migliore di noi. Vorrei precisare, per chi potrebbe fraintendere, che l’appello non riguarda me. Io ho fatto la mia scelta: il volontariato. Tante sono le cose da fare, non sto ad elencarle, per cui mi auguro che le forze politiche puntino, finalmente, all’unità, alla condivisione, al desiderio di mettersi al servizio della comunità, girando pagina, dimostrando maturità culturale, professionale e ricchezza interiore, non pensando ai propri interessi, ma lavorando per rendere il nostro territorio più bello e per far ritornare il nostro comune terzo paese della Basilicata. Vorrei essere sicura che le Istituzioni, al di là degli aiuti nazionali, non sempre sufficienti, siano in grado di rispondere ai tanti bisogni con iniziative virtuose autonome, affinchè le altre realtà sociali, il terzo settore ed i cittadini stessi non debbano sostituirle, ma contribuire, per quanto compete loro, a progettare e collaborare insieme. La mia è un’ utopia o tutto ciò può diventare realtà? Io penso di sì se si vuole e si è capaci!
Giuseppina Lo Massaro