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Come è noto, tra le attribuzioni dell’ALSIA c’è la dismissione definitiva del patrimonio rinvenente dalla Riforma Fondiaria.
Parliamo di migliaia di ettari di terreni e boschi e centinaia di fabbricati che, messi a valore, costituirebbero una risorsa di notevole rilevanza per lo sviluppo dell’Imprenditoria agricola.
Molti di questi beni sono condotti da anni da imprenditori agricoli locali che, con la loro dismissione da parte di ALSIA, diventerebbero da meri possessori a proprietari effettivi, dando nuovo impulso alla loro attività.
E’ del 2022 il Regolamento approvato dalla giunta regionale che individua le modalità attuative della gestione e dismissione dei beni derivanti dalla riforma, fissando per la vendita dei beni agricoli l’applicazione del 60% dei valori agricoli medi (VAM), vigenti all’atto della stima prevista per la specifica zona agraria.
Per i fabbricati e gli immobili insistenti sui terreni, invece, il calcolo viene effettuato a partire dall’originario costo di costruzione o acquisto relativo alla tipologia costruttiva considerata.
A distanza di due anni dall’approvazione di questo documento, però, occorrerebbe monitorarne lo stato di attuazione, al fine di verificare se, effettivamente, sia riuscito nello scopo dichiarato, ovvero quello di valorizzare questo asset di beni strategici per lo sviluppo dell’imprenditoria locale, venendo incontro alle esigenze di quanti, negli anni, con sacrificio ed investimenti, hanno reso quei terreni produttivi, creando economia per il territorio e che oggi vorrebbero vedere riconosciuto quel lavoro.
Non può passare inosservata, infatti, la missiva inoltrata al Presidente Bardi da un gruppo di agricoltori interessati al riscatto dei terreni condotti, che chiedono una modifica al regolamento regionale con l’applicazione di parametri economici più favorevoli di quelli fissati, per metterli in condizione di diventare proprietari delle terre che da anni conducono, migliorano, su cui hanno investito significativamente.
Poiché nelle intenzioni della Regione, dichiarate all’epoca dell’approvazione del Regolamento, c’è non la capitalizzazione di un patrimonio, ma l’idea di offrire ai possessori l’opportunità di riappropriarsi del loro ruolo di imprenditori, chiediamo che il Presidente Bardi e la costituenda giunta si facciano carico al più presto della richiesta degli agricoltori, verificando la possibilità di una revisione dei parametri fissati.
Sarebbe un segnale forte nei confronti di un mondo, quello degli imprenditori agricoli, che negli ultimi anni ha vissuto e vive periodi di profonda crisi a causa dei cambiamenti climatici che mettono costantemente in pericolo le produzioni, della pandemia e dei rincari delle materie prime dovuti al conflitto russo-ucraino.
Così con una nota i Consigliere regionali M5S Basilicata Viviana Verri e Alessia Araneo