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Non ci volevo credere, ma quando la vicenda narrata di seguito, mi è capitato di viverla personalmente, ho capito che la cosa era più grave di quanto pensassi.
Parliamo dell’ufficio postale di Pisticci e dei disservizi che ormai si ripetono con cadenza quotidiana, che vedono non poche persone ritornare alle proprie abitazioni deluse ed a mani vuote, senza aver concluso alcunché, magari dopo aver fatto anche un’ora di fila in strada all’addiaccio, in via Cavour, fuori dalla sala d’aspetto dell’ufficio.
Oggi ho vissuto di nuovo, anche se in veste di spettatore, ciò che mi capitò personalmente, venerdì scorso, 18 dicembre, alle ore 13.29, presso l’anzidetto ufficio postale, dove a motivo del ritiro di una raccomandata, mi ritrovai ad attendere, insieme ad altri cittadini, il mio turno in fila.
Pensando che le persone in attesa, giunte prima di me, avessero già preso il numero dall’apposita macchinetta elimina coda, posta all’interno della sala di attesa, ritenni di fare altrettanto, ma fui prontamente bloccato da un dipendente delle poste, sicuramente un usciere, che mi riferì in tono anche molto seccato che, per disposizioni aziendali tese al contrasto della diffusione del Covid- 19, il numero si poteva prendere solo nel momento in cui, giunto il proprio turno, si dovesse accedere allo sportello operativo.
Ho registrato la cosa, senza approfondirla più di tanto e sono ritornato a fare la fila con il dovuto distanziamento. Arrivato finalmente il mio turno sono entrato nella sala di aspetto e attenendomi a quanto mi era stato riferito, ho cercato di prendere il numero per accedere allo sportello.
Stranamente, però, la macchina non dava alcun segno di funzionamento ed alla mia richiesta di chiarimenti, il solito usciere mi riferiva che l’orario di apertura era decorso e che ormai mi era preclusa la possibilità di effettuare qualsiasi operazione allo sportello. Dovevo quindi, dopo essermi intirizzito per più di mezzora all’addiaccio di via Cavour, in una giornata particolarmente fredda, ritornare a casa a mani vuote.
Dire che fossi basito per tutto ciò che mi stava accadendo, è poco ed a nulla servì riferire che il loro comportamento era assolutamente disumano ed anche poco rispettoso della dignità dei cittadini, che avrebbero avuto diritto, quanto meno, ad una più chiara ed efficace informazione, che facesse chiarezza sul fatto che, ove fosse arrivata l’ora di chiusura, anche a fronte di un’ora di attesa all’addiaccio, non sarebbe stata possibile compiere alcuna operazione allo sportello.
Ora al di là delle valutazioni sulla vicenda che ognuno potrà fare, che tra l’altro, si è ripetuta tal quale anche oggi, martedì 22 dicembre, a danno di altri cittadini, riteniamo che sia obbligo della direttrice farsi parte attiva affinché disponga alcune rettifiche di ordine organizzativo, soprattutto nelle modalità con le quali garantire l’accesso agli sportelli, onde evitare, ripetiamo, che una persona, dopo aver fatto un’ora di fila all’addiaccio, si ritrovi con un pugno di mosche in mano, costretta a ritornare a casa senza aver avuto la possibilità di fruire del servizio postale.
Un suggerimento che riteniamo di dare, è che il cittadino debba poter acquisire, appena arriva presso l’ufficio postale, almeno fino all’orario di chiusura delle 13.30, il numero della macchinetta elimina coda, per poi aspettare il proprio turno, avendo la certezza che potrà sicuramente compiere l’operazione allo sportello.
Solo in questa maniera si potrà erogare con senso del dovere e professionalità, un servizio che, desideriamo ricordare a tutti che trattasi di servizio pubblico, pagato dalla fiscalità generale, ovvero dalle tasse e dalle imposte di tutti i cittadini, verso i quali ogni dipendente pubblico deve sentirsi tributario. E scusate se è poco!
Dr. Francesco Di Benedetto (Commissario cittadino di “Fratelli d’Italia”)