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Forse non ci crederete, ma se vi capita di passare dall’antico rione Terravecchia, potrete far la conoscenza, di un vero e proprio... “Padreterno”.
“Roba da scherzi a parte?” - direte voi, ma non è proprio così e vi spieghiamo il perché. Il nostro riferimento infatti, è a quel pupazzo di argilla con in testa una specie di aureola triangolare e con in mano una palla. E’ lì, da tempo immemorabile, sicuramente da circa 200 anni, conosciuto come il “Padreterno”.
Posizionato sempre allo stesso posto, in un angolo, lungo la storica via della nostra città, la Nicola Franchi, adagiato su un archetto in mattoni della gradinata che conduce al ballatoio dei civici 31 e 32. E’ lì che il sottoscritto è nato e vissuto per decenni con i suoi genitori, da cui ha appreso un po’ la storia di questo singolare “Padreterno” in terra.
Secondo quanto raccontava mia madre, Marietta Barbalinardo, che era nata il 20 febbraio del 1895, quell’antico manufatto esisteva già prima della sua nascita. Ma anche sua madre (mia nonna), Teresa Marrese, infatti, aveva sempre sostenuto che quando lei era nata (intorno a metà del 1800), lo stesso era già da diverso temp, nello stesso sito che lo ospita adesso. Quindi, sicuramente, intorno ad un paio di secoli.
In particolare si tratta di una statuetta a mezzo busto di circa 70 - 80 centimetri di altezza, realizzata in modo artigianale in argilla, con sguardo verso la strada che sovrasta le arcate di via Franchi, il sottostante rione Dirupo e la vallata del Cavone fino al mare. Una struttura che ha resistito imperterrita e per lungo tempo a intemperie, temporali e terremoti, di cui, quello più recente e devastante del 23 novembre 1980, non l'ha per niente scalfita.
Perché il nome di “Padreterno”? E’ ipotizzabile che la denominazione fosse legata ad una certa “imponenza” del manufatto e soprattutto a quella palla tenuta sul palmo della mano sinistra, magari a rappresentare il “mondo”. La nostra è solo una ipotesi che fa capo ai racconti dell’epoca e che, comunque, potrebbe non essere lontana dalla realtà. Un arcano ultra, ultra secolare che, oltre alla storia raccontata, nessun altro potrebbe svelare.
Non sappiamo se oltre agli abitanti di Terravecchia, quanti sono a conoscenza della presenza del così detto “Padreterno” di via Franchi. Un motivo in più per fare due passi e raggiungere il “regno” del nostro… Padre Supremo. Lui è sempre li, fermo, un po’ toccato dal tempo e perché no, forse, anche in attesa di qualcuno che quasi sicuramente già in passato sarà transitato più volte da quelle parti, senza però mai girare lo sguardo verso il ballatoio dei civici 31 e 32.
Per chi ama la storia e le cose antiche della nostra città, ma anche per onorare questa remota presenza, una occasione da non perdere!
Michele Selvaggi