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I venti di guerra delle ultime ore, ci hanno dato lo spunto per un’altra puntata della rubrica “La nostra storia”; torniamo su un tema delicato degli anni 50, noto con il nome di “guerra fredda”, che non interessò direttamente il nostro territorio, ma quello limitrofo.
Erano trascorsi circa un paio di lustri dalla fine del 2° conflitto mondiale e, a chi aveva occasione - compresi noi studenti di allora - di transitare lungo la linea ferroviaria per Matera, delle Calabro Lucane, nel tratto tra la stazione di Tre Confini al limite del territorio di Pomarico – Miglionico, e la stazione di Montescaglioso - non sfuggiva di notare in lontananza, all’interno del territorio montese, un grosso impianto di rampe missilistiche con diverse ogive puntate in direzione est, con altre strutture fisse posizionate all’interno di uno spazio poco visibile (solo uno scorcio) dalle zone di transito come appunto era la ferrovia che congiungeva Montalbano Ionico a Matera, passando dagli scali di Pisticci, Ferrandina, Miglionico, Pomarico e Montescaglioso.
Della cosa, stranamente se ne parlava poco, ma in noi studenti destava comunque naturale curiosità che portava anche a fantasiose congetture, talvolta allarmanti, proprio perché la presenza di missili, ci faceva capire che ci trovavamo di fronte a veri e propri armamenti offensivi / difensivi, istallati sul nostro territorio provinciale e pronti ad essere attivati se ce ne fosse stato bisogno. Qualcuno a cui ci si rivolgeva per saperne di più su quegli apparati militari, ci spiegava a modo suo che il conflitto da poco terminato, in effetti continuava anche in quel modo, meglio conosciuto come “guerra fredda” magari mostrando appunto i muscoli. E ciò, magari, per far capire ad altre potenze straniere, che comunque la NATO, cui faceva parte l’Italia, era pronta ad ogni evenienza, compresa quella di tenere in allerta impianti missilistici puntati in direzione di Stati, all’epoca ritenuti a torto o a ragione, potenzialmente nemici, su cui, in caso di necessità, scaricare la potenza delle armi.
Dopo qualche anno dai primi avvistamenti però, una mattina, di ritorno dalle vacanze estive, transitando su una delle sgangherate littorine della Calabro Lucana, lungo lo stesso tratto, con somma sorpresa si notò che le batterie missilistiche, da quello che si poteva notare, erano di colpo sparite. Evidentemente i rapporti internazionali erano migliorati e la “guerra fredda” aveva fatto posto ad una “pace…..calda”, grazie alla buona volontà di alcuni potenti dell’epoca.
Sull’argomento, ricordiamo che qualche anno fa ci fu utile la gentile disponibilità dello storico Prof. Alberto Parisi di Montescaglioso, allora corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno, a cui ci eravamo rivolti. Una lontana delicata vicenda che, sicuramente pochi conoscono, ma che noi non abbiamo mai dimenticato e che riteniamo utile ricordare, per ritornare su argomenti di tanti anni fa, che fanno parte della nostra storia. In un momento delicato come questo con venti di guerra alle porte.
Michele Selvaggi