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Di seguito un comunicato di Giuliana Scarano, segretaria generali FP CGIL, sulla carenza di personale negli enti locali lucani.
Da tempo denunciamo la grave carenza di organico che interessa gli enti del comparto funzioni locali nella nostra regione, carenza che di fatto mette a rischio la concreta attuazione delle misure previste dal PNRR. Sono ormai davvero troppi i piccoli Comuni della provincia di Potenza con uno, due dipendenti, con consiglieri ed esecutivo comunale che si sostituiscono nella gestione dei procedimenti amministrativi o si vedono costretti ad affidarsi alle esternalizzazioni di servizi, che rischiano di erodere il perimetro pubblico, perno del sistema sociale del nostro paese.
Una situazione, in verità, che tiene nella morsa l’intera platea delle nostre pubbliche amministrazioni. I dati recentemente pubblicati da Unioncamere sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025) ne danno la cifra. Le assunzioni previste tra il 2021 e il 2025 determineranno un aumento di 49.000 dipendenti pubblici rispetto al 2020. Il fabbisogno del settore pubblico nel periodo considerato sarà determinato per oltre il 90% dalla componente di sostituzione, che dovrebbe riguardare oltre 692mila dipendenti nel quinquennio, per un fabbisogno complessivo di circa di 741mila dipendenti.
In particolare, tra il 2021 e il 2025 dovranno essere sostituiti circa 261mila dipendenti dei servizi generali, 243mila occupati nell’istruzione e 188mila nella sanità pubbliche.
In estrema sintesi questi dati ci dicono in maniera chiara che le assunzioni non colmeranno la vorace esigenza di personale essendo a mala pena sufficienti a calmierare le carenze strutturali, acuite dai numerosi pensionamenti.
Siamo ben lontani da quel piano straordinario di assunzioni che da tempo chiediamo a livello nazionale e locale. Tuttavia, in questo quadro, non può e non devono essere tralasciate le novità introdotte dalla legge 233 del 2021 per gli Enti locali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha aperto alla possibilità di un ventaglio di strumenti per assunzioni a tempo determinato. Fra questi il fondo piccoli Comuni e le facilitazioni procedurali per coprire l'onere delle assunzioni a tempo determinato effettuate dai comuni fino a 5000 abitanti, che ha visto l’assegnazione al ministero dell'Interno di un fondo di 30 milioni annui dal 2022 al 2026 per accedere al quale i Comuni interessati dovranno fare apposita comunicazione alla funzione pubblica entro il 31 gennaio.
Le assunzioni straordinarie a tempo determinato sono consentite anche ai Comuni in condizione di deficiarietà strutturale e in riequilibrio finanziario pluriennale. Le assunzioni per il PNRR potranno avvenire anche in deroga al divieto di assumere personale a qualsiasi titolo, in caso di mancato rispetto del termine per l'approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto del bilancio consolidato, nonché in deroga al tetto di spesa per il lavoro flessibile. Queste spese non rientreranno nel calcolo del limite complessivo alla spesa di personale né questa inciderà sulle entrate correnti, non andranno quindi a comprimere la capacità assunzionale a tempo indeterminato. Infine i Comuni potranno valorizzare l'esperienza maturata dal personale impiegato a tempo determinato per l'attuazione del PNR prevedendo quote di riserva pari al 40% destinata al personale che alla data di pubblicazione del bando abbia svolto servizio per almeno 36 mesi.
Un’importante opportunità per molti Comuni della nostra regione, ormai al collasso da tempo, da utilizzare in sinergia con le altre leve assunzionali a tempo indeterminato per restituire alle case comunali, primo presidio istituzionale dei territori e, in molti casi, l’unico rimasto, la possibilità di garantire alla comunità servizi indispensabili.