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Lo scorso anno aumentati gli associati e le unità di sangue intero raccolte.
I dati del 2021, posti in relazione con quelli degli ultimi due anni, descrivono, una situazione di buona crescita associativa, in controtendenza rispetto a quanto comprensibilmente accaduto dodici mesi prima. In pratica lo scorso anno erano 16. 719 gli associati, oltre 600 in più rispetto al 2020. Sono alcuni dei numeri illustrati nel corso della trentanovesima assemblea regionale di Avis Basilicata, che si è svolta a Pignola, la prima in presenza dopo lo scoppio della pandemia. Nel corso dell'incontro, al quale hanno partecipato numerosissimi avisini ed avisine provenienti da tutta la regione, è stato fatto il punto sullo stato di salute dell’associazione.
Quanto all'attività svolta, ha spiegato nella sua relazione il presidente regionale Sara De Feudis, “se confrontiamo i dati con quelli dello scorso anno, notiamo che vi è stato un beneaugurante incremento delle unità di sangue intero raccolte, poco più di 400 unità, mentre continua inesorabile il dato negativo, relativamente alle sacche di plasma raccolte. Praticamente invariato il dato relativo alle piastrine che, come sappiamo, avviene su richiesta degli ospedali e quindi è difficilmente programmabile”. Sul versante dei consumi, “nel 2021 sono state utilizzate 22.491 sacche di sangue intero, quelle prodotte, nel complesso 23.185, con un delta dell’1,6%. Questo dato, se pure fortunatamente positivo, data la sua esiguità, - ha continuato la De Feudis - non ha messo al riparo da periodi di crisi con ricorso alla saltuaria importazione di sangue dalle altre regioni. Comunque, sottolineiamo con orgoglio che oltre il 76% del sangue utilizzato è stato garantito dal lavoro avisino con una inversione di tendenza rispetto all’anno precedente. Si conferma il decremento di consumo che quest’anno ha toccato le mille unità circa e ciò non è certamente un indicatore positivo sullo stato di salute della sanità lucana, duramente colpita dalla pandemia, ma anche da una generale riduzione dei servizi ospedalieri, in particolare quelli a consumo di sangue”.
Quanto alle criticità esistenti, il presidente di Avis Basilicata ha ricordato come non si riescano “ad ottenere dati ufficiali relativi al plasma ed ai farmaci plasmaderivati approvvigionati da conto lavorazione (da plasma proveniente da donazioni) e dal libero mercato. È ormai indifferibile che l’assessorato regionale alla Salute prenda in mano le redini e si decida a governare il Sistema Trasfusionale, nella sua interezza. Occorre prendere piena consapevolezza della centralità strategica della materia. Il punto nodale – ha aggiunto la De Feudis - è che siamo come Regione e come Paese, ancora non autosufficienti rispetto al fabbisogno di plasma per uso clinico ed emoderivati. In larga parte importiamo plasma prelevato e prodotto negli Stati Uniti, dove notoriamente vi è un sistema di raccolta in cui è sconosciuto il concetto di organizzazione e volontariato ma dove si preferisce pagare le persone che lo fanno prelevare. A ben vedere, una sorta di pericolosissimo ammortizzatore sociale e dunque la plastica rappresentazione di tutto ciò che noi combattiamo”. Un sentito ringraziamento è stato rivolto dal presidente di Avis Basilicata “ai dirigenti ed i volontari delle sedi associative comunali per l’enorme lavoro che encomiabilmente svolgono le realtà sul territorio su un terreno sociale minato dalla profonda crisi economica, dal venir meno di alcuni valori fondamentali di convivenza civile che da queste parti per fortuna si avverte meno che nel resto del Paese ma che emerge con una certa insofferenza sociale in grado di riverberare in una carenza di disponibilità a fronte di un più marcato egoismo. Così come non dobbiamo dimenticare che questa regione si va progressivamente spopolando, offrendo sempre meno potenziali donatori. Per questa ragione è fondamentale il lavoro delle Avis comunali che devono non soltanto reclutare ma anche fidelizzare i nuovi donatori e non perdere i donatori presenti. Per tutto questo lavoro occorre che si riconosca l'assoluta irrinunciabilità a questo modello associativo e di raccolta che garantisce di prelevare in maniera diffusa ed organizzata. Un modello che ha tenuto anche nelle condizioni peggiori come quelle che abbiamo appena vissuto ma che ha bisogno di essere rinforzato e sostenuto, soprattutto economicamente”.
Nel corso dell’assemblea, dopo la relazione del direttore sanitario, Domenico Cavaliere, sono stati presentati il bilancio di esercizio 2021 e quello preventivo relativo all’anno in corso. All'assise hanno preso parte la consigliera regionale Dina Sileo, che ha annunciato la presentazione di una mozione in Consiglio regionale della Basilicata finalizzata a chiedere conto delle criticità nei rapporti fra Avis e Aziende sanitarie, e il direttore generale del Dipartimento regionale per la Salute e le Politiche per la persona, Domenico Tripaldi che, invece, ha sottolineato come “la calma associativa ristabilita possa aiutare a superare la diffidenza degli ultimi anni da parte della Regione stessa”. Dal segretario nazionale di Avis, Rocco Monetta, invece , è arrivato “l'invito a non subire il codice del terzo settore, ma a sfruttarne le potenzialità in ambito soprattutto di co-programmazione e co-progettazione”. Infine, Monetta ha sottolineato “come la nuova frontiera sia quella della formazione dei quadri dirigenziali sulle novità legislative”.