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Dopo una fase di lunga e triste serie di sconfitte perpetratesi a ogni livello, il Partito Democratico nazionale e in regione ha avviato la sua fase congressuale costituente. La portata della sconfitta e il contesto nel quale si è materializzata rendono questo appuntamento molto importante. Non è un congresso ordinario. Vanno comprese non solo le ragioni di questo risultato ma soprattutto va fatto uno sforzo di elaborazione profondo, coinvolgendo società e territori, che contribuisca a definire bene identità e proposte.
Ancora oggi vediamo tanta confusione, sia nel Paese, sia nel Parlamento, sia nella nostra Regione e purtroppo anche nel nostro partito!
Il combinato disposto del doppio governo di destra, nazionale e regionale, impone alla nostra comunità politica di affrontare con la giusta consapevolezza questo congresso.
Dal 2013 ad oggi il PD, in Basilicata, è passato da circa 80 mila voti a 37 mila e nel 2018 ne avevamo ottenuti 50 mila. In dieci anni il PD ha perso oltre 40 mila voti. Un dato che non può essere ignorato. Nel frattempo, abbiamo perso sul territorio le amministrative in entrambe le città capoluogo e la Regione.
Dobbiamo quindi ripartire nella ricostruzione che deve muoversi su un doppio binario culturale e sentimentale da un lato e organizzativo dall’altro. Le alleanze vengono dopo. Questo è il tempo del “noi” inteso come nuovo PD.
Come amministratori locali delle province di Matera e Potenza, ci stiamo organizzando per partecipare a questa fase congressuale e mettere a disposizione di questa comunità esperienza e passione partendo proprio dai territori, affinché il nostro partito possa rimettersi in cammino anche rispetto alle prossime elezioni, Amministrative prima e Regionali poi, che difatti segneranno la sfida per il futuro.
Lo facciamo non “contro” qualcosa o qualcuno, ma “per” restituire innanzitutto orgoglio di appartenenza e per una evidente e ormai non più rinviabile questione del rinnovamento delle classi dirigenti. Non in una ottica di rottamazione, ma di confronto e collaborazione con la convinzione che per cambiare “rotta” bisogna appunto cercare di cambiare “rotta”.
Oggi, com’è evidente, si registra una preoccupante crisi economica per le famiglie, per le imprese ma, soprattutto per le aspirazioni delle nuove generazioni.
Siamo dentro la più impressionante crisi economica che il mondo Occidentale e l’Italia abbia mai conosciuto e che sta cambiando il modo di vivere, di pensare, di guardare al futuro della collettività.
Dobbiamo dunque lavorare per fare in modo che il PD, dopo tre commissariamenti e la fine traumatica della segreteria Laregina, torni a dialogare e torni ad essere perno di un’aggregazione più ampia che costruisca l’alternativa alle fallimentari politiche della destra.
Su sanità, scuola, trasporti, infrastrutture vogliamo costruire quelle proposte in grado di intercettare non solo il malcontento ma di offrire delle soluzioni concrete.
Sui temi della sicurezza: sicurezza di un lavoro e sul lavoro, sicurezza di assistenza sanitaria, sicurezza di accesso ad un’istruzione di qualità.
Sui temi della transizione ecologica ed energetica, sul rapporto con l’attività estrattiva, sulla tutela dell’ambiente, sulla Zes jonica, sul buon utilizzo delle risorse del Pnrr.
Sul futuro della Stellantis di San Nicola di Melfi che sta vivendo una drammatica situazione per i tanti lavoratori e le tante famiglie della nostra Regione e non solo, delle aree industriali da Tito alla Valbasento.
Sui grandi temi legati all’agricoltura, alla cultura, allo sviluppo locale e al grande patrimonio che abbiamo in ogni singolo paese della nostra Regione, del contrasto allo spopolamento che dobbiamo vincere attraverso azioni che frenino la fuga dei giovani dalla Basilicata che di fatto determina un tangibile crollo demografico dal quale ne deriva un mancato ricambio generazionale, nonché sul mantenimento dei servizi pubblici, giochiamo la partita che riguarda il futuro di questa regione.
Un partito autenticamente riformista non può che partire da questi temi per segnare una profonda discontinuità sia con il presente ma anche con oggettivi errori compiuti dai nostri governi che ci hanno alienato consensi e attenzione da parte degli elettori.
Il PD deve tornare ad avere una sua forma partito che riesca nuovamente a radicarsi tra le persone e nella società, superando le correnti, i litigi, e quelle dichiarazioni “gratuite” che molto spesso si fanno a solo danno del nostro partito. C’è da ripristinare un rapporto di fiducia, che si recupera sulla base della credibilità di un partito che si mette in cammino partendo da chi fa delle proposte e non da chi sa soltanto insultare; partendo da chi ha delle idee e non soltanto polemiche.
E’ da qui che parte il recupero di una identità forte per poi aprire successivamente un confronto politico programmatico con tutte quelle forze politiche che, come noi, intendono offrire un’alternativa e una nuova opportunità alla Lucania.
Per essere efficace questo percorso occorre ricercare, assieme, una figura che, scevra da preconcetti e diffidenze, ci aiuta a scegliere dove vogliamo andare e ci motiva nelle nostre azioni, avendo sempre di mira la tenuta di un rapporto coeso e unitario nel partito, nella società e tra le forze politiche, così come ci ha insegnato il compagno Antonio Luongo!
Un leader, il più possibile condiviso, che dia corpo alla politica che abbiamo sempre sognato, che si appassioni a questo progetto di ricostruzione e che non usi la sua funzione come trampolino di lancio per proprie cariche elettive.
Seneca sosteneva che la vita si divide in tre tempi: presente, passato e futuro. Di questi il presente è brevissimo, il futuro dubbioso, il passato certo.
E poiché abbiamo certezza del passato, vogliamo che questo tempo, brevissimo, sia utilizzato per cambiare e costruire un partito rinnovato che sia capace di dare voce ai territori e sappia riprendersi la funzione di guida in uno schieramento politico di un centrosinistra largo che provi a guardare nuovamente ad una prospettiva di sviluppo e ad un nuovo progetto per la società di Basilicata.
#insiemepossiamo