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Ventennale dalla marcia per il “NO” al deposito unico delle scorie nucleari a Scanzano Jonico, il presidente di Upi Basilicata, Piero Marrese ribadisce “netta contrarietà all’allocazione nella nostra regione”.
Oggi ricorre il primo ventennale dalla pacifica e ferma protesta del popolo lucano che ebbe il suo apice il 23 novembre del 2003, con la marcia dei 100mila contro l’allocazione del deposito unico delle scorie nucleari a Scanzano Jonico.
Il presidente di UPI Basilicata e della Provincia di Matera, Piero Marrese, ha voluto ricordare “quell’importante pagina di democrazia spontanea che il nostro popolo, insieme ai tanti cittadini non lucani che parteciparono, mise in atto opponendosi fermamente a un disegno pericoloso e deleterio per la nostra terra.
A quattro lustri dall’importante avvenimento sappiamo che quella manifestazione non solo fu giusta e sacrosanta, ma fece anche germogliare in noi lucani una consapevolezza dei propri diritti e della propria sovranità che, probabilmente, prima di quelle due settimane intense era sopita.
Proprio partendo da quella esperienza, e anche per non renderne vani gli effetti, oggi più che mai è opportuno e necessario ribadire la netta contrarietà all’allocazione del sito unico nel territorio lucano. Contrarietà mia personale e di tutti gli enti che rappresento: UPI Basilicata, Provincia di Matera e Comune di Montalbano Jonico, espressa a più riprese e nelle sedi opportune con motivazioni di natura scientifica che, a mio giudizio, escludono a priori l’idoneità del territorio lucano ad ospitare il cimitero nucleare.
Agli enti preposti ad individuare il sito unico ribadisco che la Basilicata non si farà sorprendere e sopraffare da decisioni che non hanno alcun fondamento scientifico. Alle forze politiche e, soprattutto, ai loro rappresentanti regionali, invece, rinnovo l’invito a remare sinergicamente nella stessa direzione: quella della salvaguardia e della tutela del nostro popolo e del nostro territorio”.