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Sono trascorsi alcuni giorni dalla notizia che ha gettato l’intera comunità tursitana, insieme ad altre, nello sconforto più totale per il rinvio di quasi un mese della campagna vaccinale per i quasi quattrocento ultra ottantenni della nostra comunità.
A creare maggiore rabbia è, lo ribadisco ancora una volta, la totale mancanza di una strategia seria da parte della Regione Basilicata ad un anno dall’inizio della pandemia.
Eppure, bastava fare bene due cose su tutte: aumentare e migliorare la tracciabilità del virus arrivando a processare 3000 tamponi al giorno come promesso dal Governatore Bardi e aumentare i posti letto delle terapie intensive negli ospedali. Ad oggi, dopo un anno dal primo lockdown, nulla di tutto ciò è accaduto.
Il numero medio dei tamponi giornalieri non arriva neanche alla metà dell’obiettivo sbandierato ed i posti letto nelle terapie intensive sono pressocché uguali.
Nonostante gli indici della zona rossa tengano conto anche e soprattutto di questi parametri, nessuno ha fatto fino in fondo il proprio dovere con conseguente triplo salto all’indietro della nostra Regione che da gialla tendente al bianco, ai primi focolai scoppiati in alcuni centri tra cui purtroppo anche il mio, si ritrova confinata in zona rossa come regioni che hanno numeri di contagi giornalieri e densità demografiche di gran lunga superiori alla nostra. In proporzione, facendo due conti, con questi parametri la nostra Regione dovrebbe registrare non più di 70 contagi al giorno perché già discostarsi di poche unità da questo numero, significa essere classificati zona rossa.
A queste lacune che ci portiamo avanti da mesi, senza parlare degli errori di comunicazione della Task Force evidenziati sin dalle prime settimane del diffondersi del virus mentre colui (l’assessore regionale Rocco Leone) che è stato eletto per tutelare la salute di tutti , in questo delicato momento di pandemia,e non solo del suo orticello sminuiva la gravità della situazione che da lì poco si sarebbe propagata come un incendio indomabile, si è aggiunta la grana vaccini.
Ovviamente si tratta di una questione che interessa l’intero Paese e non a caso si sta mettendo appunto un piano per accelerare la distribuzione delle dosi su tutto il territorio nazionale ma resta la rabbia per come in Basilicata, un quartiere di Milano per la sua densità demografica, non riesca ad assicurare ancora oggi una distribuzione capillare in tutti i 131 comuni di almeno la prima dose per gli ultra 80enni e le categorie fragili mentre in alcuni centri lucani si è provveduto addirittura a completare l’intero ciclo.
Un esempio a campione è Policoro dove addirittura sono state già effettuate circa mille vaccinazioni agli anziani coprendone l’intero fabbisogno.
Mentre gli altri centri stanno con il cerino in mano…
Poi ci si lamenta e si chiede rispetto quando un Sindaco, perdendo le staffe di fronte a questa situazione di figli e figliastri, alza la voce per far sentire la presenza di una comunità sia al governo regionale che a quello centrale perché, in questa situazione, nessuno deve sentirsi escluso dal non avere responsabilità, dal ministro alla sanità Roberto Speranza passando per il Governatore Vito Bardi fino ad arrivare all’assessore regionale Rocco Leone con i vertici della Task Force regionale da loro nominati, mentre i Sindaci combattono notte e giorno per fronteggiare i mille problemi che non sono solo quelli legati al diffondersi del virus.
A tal proposito, anche per fugare i dubbi di chi pensa che si facciano solo chiacchiere, il sottoscritto è pronto a rivolgersi alla Procura della Repubblica per chiedere lumi in merito a tutto questo, partendo dalla disparità di trattamento tra regioni (in alcune si stanno vaccinando già altre categorie come gli insegnati) per finire ad un piano vaccinale regionale che fa acqua da tutte le parti.
Il tutto a scapito dei cittadini che non vogliono e non possono più subire supini le decisioni che piovono dall’alto rischiando la salute e rimettendoci anche economicamente.