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A quanto pare i primi atti ufficiali non tradiscono le aspettative.
L’era Draghi archivia le dirette Facebook e punta al concreto, un esempio è senz'altro il blocco dei vaccini destinati all'Australia. Questione spinosa e tecnica che andrebbe analizzata in separata sede, come alcuni nomi della squadra di governo. Fare politica è anche questo, l, arte di mediare al fine di governare le società, la moltitudine. Assodato questo, però, bisogna fare attenzione perché la questione vaccini è di vitale importanza per tutti noi, non è solo una questione politica. Bisognerebbe cambiare passo. Difatti è iniziata nel mese di febbraio la campagna di vaccinazione per la popolazione over 80, ma tanti territori, Pisticci è uno di questi, non hanno ricevuto ancora le forniture. Inoltre sarebbe interessante capire come mai nonostante la ricerca sia stata sovvenzionata da soldi pubblici i brevetti dei vaccini sono privati. Questa è una problematica da non sottovalutare altrimenti il mancato rispetto dei contratti con i Big Pharma sarà solo la punta dell'iceberg. La perdita della 'sovranità sanitaria', come la definisce la parlamentare europea Mannon Aubry, deve far riflettere sugli investimenti da fare dopo anni di tagli. In pochi ricordano lo scandalo Enimont degli 90, l'incipit che portò al frazionamento e all'inevitabile indebolimento del settore in Italia, a cominciare dalla senese Sclavo; storica eccellenza italiana che con la seconda pelle, Philogel, sta rinascendo con eccezionali risultati nell'ambito degli anticorpi veicolati. Senza vaccino non importa quanto terremo duro, non importa quanti sacrifici faremo: la guerra è persa, come sottolinea un noto virologo in una lettera al gen. Figliuolo.
Per fortuna il Presidente Draghi chiede di accelerare sui vaccini perché al ritardo corrispondono morti però per farlo è tempo di utilizzare qualsiasi risorsa, tutto e tutti per terminare la campagna vaccinale prima possibile, cominciando dai presidi sanitari di prossimità. È importante uno sforzo collettivo affinché la campagna vaccinale non diventi terreno di scontro, di polemiche, di negatività.
Sarebbe una buona idea utilizzare una strategia comune in tutta Italia, sotto una regia nazionale e cronologicamente rigida sì da evitare le vaccinazioni a macchia di leopardo che stanno evidenziando tutte le carenze, non solo strutturali, dei singoli territori.
Ci vuole chiarezza nel rapporto coi cittadini e velocità di decisioni.
Ci auguriamo che al Presidente Draghi continuino a non mancare il discernimento e i buoni consigli nell’interesse di tutti.
Leonardo Galeazzo