Sabato, 19 Aprile 2025

Il saluto della città e del popolo pisticcese ai riti della settimana santa. Una ricca e suggestiva processione  del pomeriggio e serata, uno dei momenti emozionanti più intensi e altamente partecipati al seguito dei simulacri  del Gesù morto e dell’Addolorata, nel silenzio della folla e nella voce dei  canti tradizionali e delle note  funebri della banda cittadina, al seguito del lunghissimo lento e mesto corteo che il concentramento in piazza San Rocco aveva riunito  per poi sfilare lungo Corso Margherita, Piazza Sant’Antonio Abate, Corso Metaponto, via Ariosto, via Cirillo, Piazza dei Caduti, via Cantisano, e concludersi nella gremitissima Piazza Umberto Primo, il salotto di città.

Quest’anno, contrariamente agli anni scorsi, non era stato istallato il palco per la benedizione finale e lo scioglimento della processione. Ci ha pensato il Sindaco Domenico Albano - al seguito di tutta la processione con alcuni componenti della Giunta Comunale e alcuni consiglieri - offrendo la disponibilità del balcone centrale del Palazzo degli Uffici al Parroco di San Pietro e Paolo e della Chiesa madre di Terravecchia, per una testimonianza finale e la benedizione alla folla partecipante.

Con don Rosario, don Michele Leone, don Antonio Di Leo, Don Antonio Lopatriello, don Mattia Albano.

Don Manco, si è detto compiaciuto della grandissima partecipazione di fedeli alla processione dei Misteri, poi soffermandosi e percorrendo gli ultimi drammatici attimi di Gesù prima di spirare sulla Croce del monte Golgota Un moment di dolore che don Rosario ha voluto dedicare a tutte le persone morte per violenza nel mondo, attraverso un minuto di silenzio della piazza. Attimi toccanti e di grande raccoglimento e commozione con i volti e gli occhi inumiditi di tanta gente. La folla pisticcese ha risposto così a questo particolare momento di fede che, purtroppo, allargando lo sguardo valicando i confini locali, è stato come un invito alla folla di Piazza Umberto, di guardare ai simulacri per ricordare altri momenti di dolore con i vari conflitti di guerra in varie parti del mondo. Un pensiero finale per Papa Francesco e alla sua salute, prima della benedizione finale da parte di don Rosario Manco con gli auguri ai presenti e alle proprie famiglie per “una Santa Pasqua tranquilla e serena”.

Ha chiuso la serata, lo scioglimento del lungo corteo e il ritorno in processione nelle varie chiese di partenza. Una ricca, suggestiva e significativa giornata, quella della celebrazione dei Misteri di quest’anno a Pisticci, forse anche un pò particolare rispetto al passato, che la nostra città non dimenticherà.

Michele Selvaggi

Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Giuseppe Vitale su alcune tradizioni ormai perdute che accompagnano sempre meno le processioni in particolare quella del Venerdì Santo

È il giorno della passione e morte di Gesù. Non è un ricordo che rivediamo come in un film. È la contemplazione dell’umanità, assunta da Gesù e che ogni giorno viene derisa, umiliata, condannata, uccisa. … È il grido innocente soffocato di chi chiede libertà. … È il grido innocente stroncato da un invasore con la mania del potere. … È il grido innocente annegato in acque salate a pochi metri dalla riva. … È la carne di Cristo che continua ad essere flagellata e il cui sangue viene versato sulla terra, nei cieli, nei mari. Innocenti che patiscono e muoiono perché ci sono sempre coloro che continuano ad incitare le coscienze: Crocifiggilo!

Un’ enorme tributo di folla lungo il percorso della processione del Venerdì Santo, ritornata dopo due anni di forzosa assenza a causa della terribile pandemia che ha colpito in modo serio anche il nostro territorio. Un appuntamento parecchio atteso dai fedeli della nostra città, che così hanno potuto riabbracciare quell’atto tradizionale che va avanti da secoli e che solo da alcuni decenni ha cambiato il programma di svolgimento con una sola processione, diversamente dalle quattro che si sono svolte fino a tutti gli anni sessanta.

Tanti anni fa, questi erano i giorni delle “troccole” e dei “troccolanti”. Chissà quanti ricordano quei tempi di una Pasqua attesa e vissuta secondo antiche tradizioni che la accompagnavano e contraddistinguevano. Ora, dopo due anni senza le palme, la comunione e gli altri riti, compresi quelle del Venerdì Santo, sembra si ritorni alla normalità e che, grazie a Dio, speriamo resti solo un ricordo.

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