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Esce in questi giorni "La tigre e il gabbiano", il nuovo romanzo della scrittrice pisticcese Maria Di Tursi.
Il libro viene pubblicato da Il Convivio Editore, marchio altamente qualificato nel panorama dell’editoria italiana, presente da diversi anni con i suoi volumi nelle fiere letterarie nazionali e nei saloni più importanti, come il Salone Internazionale del Libro di Torino, cuore pulsante della cultura libraria italiana.
L'autrice, docente di lingue e letterature straniere, si avvale di una narrativa originale, diretta ed "essenziale", che si spoglia dei consueti artifici della prosa. Sephira, la protagonista, ha un nome che le va stretto. La fissità di questo nome loquens è dovuta all’emanazione cabalistica che in esso risiede, e pesa come un macigno. Insieme ad una tigre e ad un gabbiano Sephira intraprende un viaggio intorno al mondo, alla ricerca di segni da decifrare e alla scoperta della propria natura. La protagonista giunge così all’autodeterminazione di un'identità (o più di una) che sarà chiara al lettore solo quando le ultime lettere (o le ultime cifre) verranno rivelate.
Come scrive il noto italianista Giuseppe Manitta nella prefazione, quello di Maria Di Tursi è “un lungo racconto metaforico e simbolico, ma al contempo onirico, fuori dagli schemi consuetudinari per la narrativa italiana. Basterebbe tale indicazione per comprendere quanto di profondo e subliminare ci sia nella scrittura, eppure bisognerebbe leggere queste pagine in relazione a una escavazione che ne sta alla base e che è da mettere in relazione a un percorso gnoseologico. L’opera dell’autrice è, difatti, un viaggio nella conoscenza, un modo per acquistare la pienezza della vita e della propria coscienza, un modo per “vedere” il mondo e lo stesso Io”. Si tratta, infatti, di un breve romanzo autobiografico e al contempo metaforico che si dipana in un continuo susseguirsi di significati e significanti, di simboli e metafore che attingono dai vari campi della conoscenza: dalla matematica alla letteratura, dalla storia alla filosofia, dall’arte alla fisica. Un libro dedicato a chi scorge un'epifania rivelatoria dietro ogni segno.
Maria Di Tursi è nata a Pisticci nel 1982. Precedentemente ha pubblicato: Pensavo come una volta Teocrito cantò i dolci anni (WIP Edizioni, traduzione); le raccolte poetiche Meditazioni, Danza intorno al sole e La fiera delle visioni dopo l’arrivo degli sciacalli (Nicola Calabria Editore) e tre volumi editi da Il Convivio: il saggio critico La poesia visiva di Imma Borraccia, l'opera teatrale in quattro atti La scelta di Mariano e il saggio biografico Giovanni Paolo II nato dal Sole, mosso dal Vento. Da diversi anni si occupa di critica letteraria, collaborando con diverse riviste ANVUR (Area 10 - Classe A).