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L’anno scorso, fu l’ultima festa ad essere celebrata in città, prima della emergenza sanitaria.
Quest’anno, purtroppo, dopo secoli, quella del 17 gennaio in onore di S.Antonio Abate, non avrà luogo per via del Covid 19, come si è sempre svolta, ma solo in forma ridottissima.
Una festa popolare, mix di fede, tradizione e gastronomia, ricordiamo, celebrata nella piazzetta omonima. Parliamo della prima festa parrocchiale delle tante in programma nel corso dell’anno, da sempre organizzata da un volenteroso comitato.
L’evento, ha origini antichissime legate al Santo protettore degli animali domestici, ma anche patrono dei fornai e boscaioli ed in genere di tutti gli artigiani che hanno a che fare con i fuochi. Una festa serale che, coinvolgeva gran parte della popolazione, che si riversava nella piazza omonima dove è ubicata anche la graziosa chiesetta da poco restaurata, dedicata al Santo e che, praticamente, si svolgeva con la celebrazione di una messa seguita da una partecipata processione per le principali vie della parrocchia e che si concludeva al centro dello spiazzo, dove veniva impartita la benedizione degli animali di ogni specie. A seguire un momento di festa e allegria con degustazione di pettole, cartellate, caldarroste e vino “Brulè”. Quest’anno purtroppo, causa Covid, come spiega un manifestino del parroco don Rosario Manco, oltre al triduo di preparazione nella cappella di S.Rocco, due messe alle ore 9,00 e alle 18,00 di domenica, mentre alle 11,00 quella solenne in Chiesa Madre. In seguito la benedizione degli animali nel piazzale antistante.
La festa, ricordiamo, praticamente segnava l’inizio del carnevale, che si annunciava sempre ricco di iniziative organizzate dalla pro loco prima del presidente Pasquale Sisto ed ora dal Presidente Beniamino Laurenza e da altre associazioni.
L’auspicio è quello di riassaporare e godere la festa già dal prossimo anno, con un significato ben preciso: quello della fine di questa terribile pandemia.
Michele Selvaggi