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La comunità di Pisticci ha sempre manifestato una particolare devozione per i S. Medici. La prima festa in onore di Cosma e Damiano risale al 27 settembre 1946 all’indomani della erezione a Parrocchia della Chiesa del Convento, poi anticipata al 26.
Si ricorda in particolare la solenne ricorrenza del 1959. Le feste patronali di Pisticci di quell’anno non avevano suscitato molto entusiasmo nella popolazione ed il bilancio fu piuttosto negativo. Crisi economica, questua carente, spettacolo pirotecnico e luminarie modesti, bande di seconda fascia. Il raccolto scarso non consenti nemmeno la tradizionale processione dei muli che traportavano i sacchi di grano da offrire al santo. Le cattive condizioni atmosferiche e le fitte piogge completarono poi il quadro negativo. La popolazione delusa attendeva con molta ansia l’importante festa dei S. Medici, l’ultima prima dell’apertura delle scuole dell’1 ottobre. Fu così costituito un qualificato e attivo comitato formato dal presidente avv. Nino Sinisi, Col. don Giuseppe Sacco (vicepresidente), Michele Coniglio (cassiere), don Ciccio Jula e Raffaele Di Gilio (componenti). Con largo anticipo si cercò di reperire un rinomato complesso bandistico che si doveva esibire nel classico matinèe, accompagnare la processione nel pomeriggio e servizio serale su cassarmonica allestita in pochi giorni e donata da esperti artigiani. Dopo il rifiuto delle bande di Roccanova e Salice Salentino, la scelta cadde sul Gran Complesso bandistico Città di Nardò reduce da un prestigioso trionfo all’estero oltre alla nuova banda di Pisticci da poco allestita da Nicola Pagetta.
Per conferire maggiore dignità religiosa alla processione fu chiesto in prestito alla parrocchia della Chiesa Madre il baldacchino che fu prontamente concesso. Ma nei giorni seguenti era misteriosamente scomparso nel nulla. Sotto accusa il sacrestano della Chiesa Mare che lo avrebbe nascosto per non concederlo alla parrocchia rivale. L’avv. Sinisi si recò così di persona a Taranto per acquistare un altro baldacchino. La verità di questo vero e proprio giallo è venuta fuori dopo molti anni ma non rientra nello spirito di questo articolo rivelarne gli aspetti sconcertanti. Intanto dopo la lunga e solenne processione pomeridiana (col il clero ordinatamente disposto dopo la Croce astile e davanti alla statua come imposto dall’arciprete) un violento acquazzone interruppe a metà il concerto e la banda di Nardò recependo la delusione degli appassionati pisticcesi si dichiarò disponibile a ripetere il concerto per intero la sera seguente ma a metà del compenso. Detto fatto furono rinvenuti alloggi messi a disposizione da volenterosi cittadini mentre la trattoria-albergo “Caifano” riusciva ad assicurare circa 60 pasti per i musicisti che eseguirono un applaudito concerto ed il maestro ricoperto di confetti e fiori, portato a palle per il corso dall’infaticabile Giuseppe Tornese. Musiche e armonie di altri tempi bel diverse dai rumori e frastuoni di oggi. Gare pirotecniche, mercativi e luminarie sfarzose completarono una festa da incorniciare.
Giuseppe Coniglio