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Venerdì 13 dicembre, si ricorda, si onora e si festeggia Santa Lucia, la martire che protegge dalle tenebre e dall’oscurità. Una Santa tra le più amate dal popolo mondiale dei fedeli, soprattutto nei paesi nordici scandinavi, dove la leggenda spiega che, proprio Santa Lucia, porta i regali al posto di Babbo Natale.
Pure veneratissima in tutto il Nord, Santa Lucia è meridionale e italianissima, nata a Siracusa dove è stata eletta Patrona della Città. Il suo culto è abbondantemente diffuso in diverse altre città italiane, tra cui Verona, Venezia, Brescia e Napoli che le ha anche dedicato una popolare canzone “Santa Lucia”, cantata dal grande Enrico Caruso.
Un antico detto popolare molto diffuso da noi, recitava: “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Ma non è più così, atteso che secondo il Calendario Giuliano, il giorno 13 dicembre, coincideva sostanzialmente con il “solstizio d’inverno”, per cui, con il calendario Gregoriano, il giorno più corto dell’anno è stato spostato al 23 dicembre.
Per la storia, Santa Lucia era nata a Siracusa intorno al 283 d.C. da famiglia nobile, ricca e soprattutto cristiana. Con la sua fede guarì la mamma malata agli occhi e tanti altri malati. Aiutò i cristiani nelle catacombe e si rifiutò di sposare un nobile pagano che, dopo il suo rifiuto, la denunciò e in quanto cristiana fu condannata al patibolo. Questa, in poche parole, la toccante storia di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre, appunto, giorno della sua morte.
La nostra città, ha, da sempre, ha una particolare venerazione per la Santa che protegge gli occhi dalle tenebre. Le due parrocchie cittadine, quella di San Pietro e Paolo del parroco don Rosario Manco e quella di Sant’Antonio guidata da don Mattia Albano, come ogni anno, ricordano con particolari eventi i giorni che precedono il 13 dicembre e appunto quello che ricorda la Santa.
In particolare, la Parrocchia di San Pietro e Paolo impegnata solo per la parte liturgica, per il 13 dicembre, prevede la celebrazione di due Sante Messe, la prima alle ore 10,30 in Chiesa Madre e l’altra alle ore 18,30 nella Chiesa di San Rocco nella piazza omonima.
Per quel che invece concerne la Parrocchia di Sant’Antonio, per giovedì sera è prevista l’adorazione eucaristica con le famiglie della parrocchia. Venerdì la festa con la celebrazione di sante messe alle ore 8,00, 11,00 e 19,00 con la chiesa aperta tutto il giorno. Come spiega il Parroco don Mattia, il tutto fa parte di una tradizione della nostra comunità parrocchiale che ha origini remote, dapprima con la tela del 700 e poi, dagli anni ‘90, con la statua. Don Mattia ringrazia le devote per i fiori e i tanti fedeli.
Michele Selvaggi
L’8 Dicembre di ogni anno, si volgerà una tradizione che va avanti ormai da secoli, con i festeggiamenti solenni della Immacolata Concezione, la cui bellissima statua è ospitata in una splendida chiesetta nel Rione Dirupo, già esistente intorno al 1625, con un altare barocco e un soffitto ligneo del 700 rappresentante la Vergine la cui tela, lì conservata realizzata dall’artista napoletano Andrea Vaccaro.
Ieri, 13 ottobre 2024, celebrata la prima messa domenicale mattutina nella nuova chiesa di San Rocco. A tre giorni dalla “storica” data di giovedì 10 ottobre 2024, con la riapertura, dopo circa 12 anni dalla sua chiusura, il Parroco don Rosario Manco, ha celebrato la prima Santa Messa domenicale delle ore 9,00, in onore del nostro Protettore San Rocco. Un tempio ammirato con la luce del sole, appena consolidato e restaurato, apparso in tutta la sua maestosa bellezza, con le sue, candide pareti, lo specchio dei suoi fini pavimenti in marmo pregiato, arredi e banchi consoni al luogo sacro, splendidi e indovinati organi illuminanti. Insomma un tesoro di beltà, proprio come meritava il nostro sempre caro Santo di Montpellier.
E’ il caso di dire: “dalla tragedia alla rinascita”, atteso che proprio il grave cedimento di alcune strutture in quell’ormai lontano autunno del 2012, ha prodotto la forzosa chiusura della sacra struttura nella piazza omonima, realizzata nei primi anni 30 su progetto a firma del grande architetto pisticcese - le cui sue opere sono conosciute in tutto il mondo, tra cui il famoso Palazzo della Civiltà Italiana all’ EUR di Roma, Bruno Ernesto Lapadula -. E proprio grazie a quella forzosa chiusura, il tempio di San Rocco, grazie ai finanziamenti della Conferenza Episcopale Italiana, è stato interessato da costosi, delicati interventi strutturali e di messa in sicurezza e quindi restituito al culto e ai fedeli, in tutto il suo splendore e con grande ammirata rilevanza architettonica artistica, armoniosamente integrata con la sua struttura iniziale. Insomma, un capolavoro che è l’orgoglio della nostra città, ma anche il piacere del Parroco don Rosario con tutti i suoi fedeli parrocchiani e non solo.
Non sappiamo quando torneranno in esposizione le bellissime 8 tavole artistiche, che rappresentano i momenti più importanti della vita del Santo di Montpellier, posizionati negli altrettanti archi laterali del tempio. Evidentemente il loro restauro non è ancora terminato.
A questa celebrazione della prima, anche questa, storica messa domenicale nel tempio rimesso a nuovo, con i fedeli, anche la presenza dell’Amministrazione Comunale, nella persona dell’Assessore Rocco Negro.
In chiusura il Parroco don Manco, ha reso noto che la messa domenicale sarà celebrata in San Rocco alle ore 9,00 di ogni domenica.
Michele Selvaggi
Per la nostra città, una giornata storica quella di domani, giovedì 10 ottobre 2024. Dopo oltre 10 anni infatti, riapre al culto e ai fedeli, la chiesa del nostro Santo Protettore San Rocco.
Il prossimo 10 ottobre, la Chiesa di San Rocco a Pisticci riaprirà al culto, dopo un lungo periodo di chiusura iniziato il 12 dicembre 2012 a causa di gravi problemi strutturali. La riapertura rappresenta un momento significativo per la comunità pisticcese, legata a questa chiesa dedicata al Patrono San Rocco sin dal 1656, quando il Santo fu invocato come protettore durante un'epidemia di peste che risparmiò il paese.