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Di seguito la lettera inviata dal presidente di Winfly Alfredo Cestari al presidente Bardi, agli assessori Cupparo e Merra e al presidente Fuina:
“Da ultimo e unico gestore dell’aviosuperficie Enrico Mattei di Pisticci, mi sia consentito, senza alcuna polemica e con la premessa di non avere più alcun interesse, ricordarvi che il prossimo venerdì 17 dicembre “ricorre” il quarto anniversario della chiusura della struttura aeroportuale”: comincia così la “lettera aperta” che il presidente Winfly (Gruppo Cestari) Alfredo Cestari invia al Presidente Bardi, agli assessori Merra e Cupparo, all’amministratore del Consorzio Asi Matera Fuina.
“Il mio – aggiunge Cestari – è solo un atteggiamento di profondo rammarico per quello che avrebbe potuto essere l’aviosuperficie specie in questa fase che precede l’attuazione del Pnrr e del Piano Strategico di cui la Regione intende dotarsi. Intanto, confesso che tra i tanti punti che restano ancora oscuri che riguardano la pista Mattei, non riesco proprio a capire perché la struttura aeroportuale sia stata tenuta fuori dalla delimitazione della Zes Jonica a differenza della Regione Puglia che ha inserito l’aeroporto di Grottaglie oltre a puntare su quello di Bari. Evidentemente è ancora un segno di profonda e grave sottovalutazione sul fatto che un aeroporto serve per far viaggiare le persone e le merci. Nel caso della Valbasento-Metapontino: turisti e prodotti ortofrutticoli, in primo luogo.
So che la Regione Basilicata ha candidato per il Pnrr un progetto di ammodernamento-ampliamento per 6,5 milioni di euro e che si sta procedendo verso l’indispensabile attività di bonifica dell’area di cui però ignoro i tempi di conclusione.
Siamo comunque di fronte a tempi indefiniti e lunghi che contribuiscono ad arricchire la trama di una storia segnata negli anni da responsabilità politiche degli assessori regionali ai Trasporti che si sono succeduti con le giunte di centrosinistra del Presidente Pittella – Berlinguer, Benedetto, Castelgrande – in precedenza Defilippo, sino al passaggio di testimone all’attuale assessore Merra della giunta Bardi. Ed anche fortemente segnata da responsabilità amministrative degli uomini del Consorzio Sviluppo Industriale di Matera del passato – Chiurazzi, Di Chio – e del presente (Fuina).
Basterebbe chiedere a chi ha fatto festa per la nostra partenza dall’Enrico Mattei quante imprese si sono insediate in Val Basento in questi anni e quanti posti di lavoro si sono persi per occupazione diretta ed indotta a causa della chiusura dell’aviosuperficie. Un’infrastruttura aeroportuale inoltre che avrebbe potuto avere un ruolo strategico e fondamentale per il trasporto sanitario lucano (tanto più che l’emergenza pandemica non è superata) oltre che per servizi di Protezione Civile e diventare hub per Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, ecc. e, persino, come avevamo progettato noi, diventare Polo Didattico per formare personale di volo e tecnici specializzati.
Ho apprezzato la lettera aperta del Presidente Bardi sullo spopolamento della Basilicata, in particolare perché ogni sforzo va compiuto non solo per attrarre investimenti di imprese di fuori ma non facendo partire quelle che ci sono in Basilicata. Per quanto mi riguarda, pur avendo attività fuori regione e internazionali, ho i figli e la famiglia che continuano a mantenere la residenza a Moliterno e che insieme a me continueranno a lavorare per lo sviluppo della nostra regione. Mi chiedo: quanti altri lo farebbero senza andarsene a vivere a Milano o a Bruxelles?
Non resta che augurarvi di trovare una soluzione in particolare nell’individuazione della nuova società di gestione che non solo abbia tutti i requisiti richiesti ma anche la possibilità di investire, e di augurare ai lucani che i sogni di Enrico Mattei di volare da Pisticci e di industrializzazione della Val Basento possano realizzarsi anche se, francamente, allo stato, non intravedo politiche, strategie ed azioni in questo senso. Mi tornano in mente in proposito le parole dello scrittore Giuseppe Lupo: “La pista sul futuro in una terra che non decolla”.