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Ecco il testo del messaggio natalizio che l’ex Parroco di Sant’Antonio, don Michele Leone, ha trasmesso ai fedeli di quella parrocchia:
"E Natale, carissimi! Siamo giunti, dopo aver percorso le tappe dell’Avvento, alla più estrema periferia della storia umana e divina. Ecco quel che Luca ci racconta nel suo Vangelo. Un popolo soggiogato e costretto al censimento, segno di schiavitù ed emblema di quei poveri che i signori della terra considerano pedine insignificanti sullo scacchiere dei loro giochi di potere. Una coppia di giovani sposi, senza blasoni, lontani dai castelli e obbligati a dimorare, anche se per poco in una stalla. Alcuni pastori, uomini emarginati ed esclusi dalla società sia civile che religiosa, che non potevano neppure testimoniare poiché ritenuti ladri e bugiardi, così esclusi dal tempio e dalla sinagoga da non poter avere nessun contatto con Dio, proprio per la professione che li rendeva impuri. Una provincia dell’Impero posta alla estrema periferia dei suoi confini, un piccolo villaggio, Betlemme, il più piccolo capoluogo di Giuda. Una stanza da letto condivisa con animali e una mangiatoia diventata culla.
Il racconto del Natale continua a sorprendere e ci consegna ad uno scandalo quasi impossibile a sostenere: un Dio si è fatto uomo! l’Onnipotente, l’Infinito, l’Assoluto, l’Essere perfettissimo, il Santo, non ha perduto nulla di sé, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Siamo giunti alla estrema periferia dello stesso pensiero umano, difficile da cogliere per i sapienti del mondo e i credenti della terra, e alla più sconvolgente delle periferie divine, da apparire quasi una bestemmia. Che cosa vuol raccontarci l’Evangelista? Perché queste scelte? Nessuno aspira alla periferia e non cerca le sue strade per passeggiare. Dio invece ci conduce proprio li! Siamo invitati, mi sembra, ad intraprendere un viaggio verso la periferia della nostra vita per accorgerci che la piazza centrale della propria esistenza è occupata dal nostro IO e per verificare con franchezza, che Dio occupa una grotta di periferia, nella classifica dei nostri pensieri, Egli è tra gli ultimi e se a volte ascende più in alto, è solo perché abbiamo bisogno di Lui.
Decentrate il proprio IO è il grande invito del racconto di Natale, condurlo in periferia e cercare Dio per costruire con Lui la nuova storia dove l’umano e il divino si intrecciano insieme. In questa periferia troveremo il Verbo di Dio, misterioso, inconoscibile, inaccessibile, che si è fatto carne, si è fatto conoscere, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Non ci sarà più sconfitta, né desolazione, né morte, non ci sarà fine perché tutto è vinto dalla gloria del Figlio di Dio che chiede soltanto di lasciarci amare da lui. Percorrendo questa strada celebreremo veramente Natale. Il Bambino divino porterà luce nel cuore , ci renderà sua Chiesa che ama che spera, ci sosterrà nel superare ogni paura, ci spingerà a varcare ogni frontiera, soprattutto ci renderà uomini e donne di periferia capaci di riconoscere la sua presenza divina e il suo perenne vagito che sale nel grido di ogni povero che invoca pietà.
AUGURI CARISSIMI, BUON NATALE DA DON MICHELE!”