Venerdì, 22 Novembre 2024

Saluto alla Chiesa di Quito in preparazione al congresso eucaristico internazionale

Mercoledì, 13 Settembre 2023

Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, sta partecipando come Membro del Consiglio Pontificio del Congresso Eucaristico Internazionale all’Assemblea Plenaria dell’Arcidiocesi di Quito (Ecuador), in preparazione al 53° Congresso Eucaristico Internazionale che si svolgerà dall'8 al 15 settembre 2024 con a tema "Fraternidad para sanar el Mundo” - Fraternità per sanare il mondo -  "Voi siete tutti fratelli" (Mt 23,8)

Durante la S. Messa del 9 settembre u.s.da Lui presieduta in una Vicaria della città di Quito, alla presenza di tutti i parroci e dei rappresentanti del mondo laicale, S. Eccellenza ha rivolto il messaggio sotto riportato, portando anche il saluto delle Diocesi di Matera-Irsina e Tricarico che il 25 settembre 2023 ricorderanno, con una celebrazione nella Cattedrale di Matera alle ore 18, l'anniversario del 27° Congresso Eucaristico Nazionale, svoltosi nella città dei Sassi.

“Vi saluto tutti, carissimi fratelli e sorelle, voi confratelli sacerdoti, il Primado dell’Ecuador, Mons. Alfredo Josè Espinoza Mateus, e i vescovi ausiliari.

Porto il saluto della Conferenza Episcopale Italiana con il Presidente, il Card. Matteo Zuppi, e delle Chiese locali che Papa Francesco mi ha affidato: Arcidiocesi di Matera-Irsina e Diocesi di Tricarico.

Papa Francesco parlando della fraternità, dice: “Chiedo a Dio «di preparare i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace».” (Fratelli tutti, 254).

Proprio un anno fa, nel settembre del 2022, nella città di Matera, una delle più antiche del mondo, insieme ad Aleppo, a Petra nel deserto e Gerico, abbiamo celebrato il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa Eucaristica e sinodale”. Tema scelto subito dopo la pandemia, come invito a riprendere a celebrare e partecipare all’Eucaristia, in quanto “fonte e culmine” di tutta la vita della Chiesa.

Come logo abbiamo scelto il pane della città di Matera, unico in tutta Italia, per la sua forma, ma soprattutto per la teologia familiare e casalinga che le nostre nonne e mamme esprimevano nella preparazione: nel segno della SS. Trinità e della doppia natura di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Il Congresso Eucaristico di Matera è stata la prima tappa del cammino sinodale della Chiesa italiana.

Tornare al gusto del pane significa riscoprire e vivere la “Fraternidad para sanar el Mundo”. I due Congressi, quello italiano di Matera e quello internazionale di Quito sono fra loro collegati. Ma c’è di più. Questo internazionale di Quito si terrà tra le due assemblee generali del Sinodo dei Vescovi in Vaticano (il mese prossimo, in ottobre, e sempre nello stesso mese del 2024, subito dopo la celebrazione di questo Congresso).

Siamo chiamati a curare e sanare quella che viene definita dal testo base “Una fraternità ferita”, spezzata dal peccato e sfigurata: da figli dello stesso Padre, quindi fratelli, siamo diventati nemici.

Da Quito, così come è stato da Matera, parte un forte grido alla riconciliazione, per tornare a camminare insieme, incontrarci e non scontrarci, costruire ponti umani e non distruggerli creando steccati e muri. E’ ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno. Ecco perché dobbiamo ritornare al gusto del pane, al cibo di vita eterna che è Gesù Cristo.

Se in una famiglia il momento più bello di comunione è quello di ritrovarsi insieme attorno alla stessa mensa, gustando e condividendo il cibo preparato, a maggior ragione la fraternità la ricostruiremo e la vivremo nella quotidianità se ci ritroveremo attorno alla mensa eucaristica soprattutto nel giorno del Signore, la domenica.

Una fraternità che non esclude nessuno: non esiste una Chiesa dell’èlite e una dei poveri. Esiste la Chiesa di Cristo formata dai figli di Dio, quindi fratelli, dove lo spirito di comunione e di condivisione fa sentire tutti importanti ed unici agli occhi di Dio.

L’Equador diventa, così, la terra dalla quale la fraternità viene inviata gratuitamente nei cinque Continenti per guarire il mondo dalle divisioni, discriminazioni, dalle ingiustizie, dalle guerre.

In questo mio primo viaggio nell’America Latina, dopo i primi giorni, ho avuto modo di apprezzare il senso di accoglienza, tipico della gente del Sud dell’umanità: anch’io vengo dal Sud dell’Italia. Abbiamo elementi comuni se pur con culture diverse. Ma questa è la vera ricchezza.

Avete una varietà di fiori e di frutta che nessun paese puo’ vantare come voi: la diversità di colori, la bellezza dei colori, il profumo inebriante, il gusto di sapori unici, esprimono la ricchezza di questa terra e il cuore grande degli abitanti che si sa dilatare per creare sempre più fraternità.

Grazie a tutti voi. Benedico la vostra Chiesa, questa terra meravigliosa, i vostri pastori, le vostre famiglie, i giovani, i bambini e in particolare gli ammalati.

Affido ognuno di voi sotto la protezione della Madonna di Quito.

Un abbraccio a tutti”.

Don Pino

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