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Casa, chiesa, pettole e cartellate. Questo in sintesi il tranquillo, sereno Natale del popolo pisticcese, il primo dopo la fine definitiva della pandemia, anche se ancora si registra qualche caso, unitamente, ad un numero elevato di famiglie influenzate.
Un Natale che i pisticcesi hanno vissuto a contatto con le proprie famiglie e i propri cari. Chi ha potuto, ha seguito direttamente nelle chiese, i riti natalizi con le Sante messe della Natività, celebrate solennemente, coma vuole la tradizione, nelle varie parrocchie cittadine da don Rosario Manco in Chiesa Madre, don Mattia Albano nella chiesa di Sant’Antonio, don Antonio Di Leo nella chiesa di Cristo Re, don Giuseppe Di Tolve nel moderno e bellissimo tempio di Pisticci Scalo, don Antonio Lopatriello nella chiesa della Madonna del Carmine di Tinchi, don Filippo Lombardi nella parrocchia San Giovanni Bosco di Marconia e don Franco Laviola nella nuova Parrocchia di San Gerardo Maiella sempre a Marconia.
Tradizioni che il popolo pisticcese onora da sempre e come si deve, con la propria presenza cristiana in questo particolare periodo festivo dell’anno. Ovviamente, anche una occasione per le nostre famiglie, per riunirsi seduti intorno ad una tavola super imbandita, quella della vigilia e del giorno di Natale, per gustare le deliziose specialità culinarie delle nostre mamme, figlie, nuore e sorelle, prime fra tutte, pettole e cartellate, oltre a panettoni, pandori e tanto altro ben di Dio. Prodotti, quelli nostrani natalizi, che da un pò di tempo, grazie ai nostri bravi fornai, si possono gustare in qualsiasi periodo dell’anno, ma che comunque - lasciatecelo dire con la massima franchezza - anche se buonissimi, non possono raggiungere mai quella speciale bontà e fragranza che ci regalano le fritture fatte in casa - appunto, pettole e cartellate - di cui solo le nostre donne sono capaci di creare e farcele gustare in modo più che eccellente.
Il nostro Natale, è anche questo! E magari intorno a questi prodotti deliziosi, in una atmosfera particolare come quella natalizia, diventiamo per qualche attimo i bambini di tanti anni fa, quando la più bella festa dell’anno si viveva con grande semplicità, ma soprattutto con l’amore straordinario che univa le famiglie, magari anche intorno ad un presepe e ad un Gesù Bambino appena nato. Viva il nostro Natale!
Michele Selvaggi