Sabato, 18 Maggio 2024

Nel rispetto dei diritti della persona indagata, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

Due agenti della Polizia penitenziaria sono stati aggrediti la notte scorsa nel carcere di Matera da tre detenuti: nella lotta, due agenti sono caduti e uno si è fratturato un polso, con prognosi di “almeno 20 giorni”.

Lo ha reso noto Rocco Morlino, della Fp-Cgil Polizia penitenziaria della Basilicata. L’aggressione è avvenuta nella cella, dove i detenuti avevano chiesto l’intervento del medico di turno perché uno di loro lamentava dolore. Secondo il sindacalista, i tre avevano escogitato un pretesto per essere accompagnati nell’infermeria del carcere dove un altro detenuto, “di rientro da un permesso premio, era stato trattenuto per controlli”, col sospetto di aver ingerito sostanze stupefacenti prima di varcare la soglia dell’istituto penitenziario. Morlino ha spiegato che dei tre aggressori, due sono già in trasferimento mentre “per l’altro la decisione dovrebbe arrivare a breve”.

In una dichiarazione, Mirko Manna, della Fp-Cgil nazionale, ha sottolineato il fatto che “nel carcere di Matera ci sono più del 30 per cento dei detenuti previsti e il 30 per cento in meno dei poliziotti penitenziari previsti nella pianta organica stabilita”.

Fidas Basilicata partecipa all’iniziativa “Una torcia per la pace” che inizierà il suo percorso lucano nella città di Maratea alle ore 11 del prossimo 12 marzo e sarà accolta dagli agenti della Polizia Penitenziaria, guidati dalla referente regionale per l’iniziativa, Marisa Di Pierro.

Partita da Milano lo scorso 21 dicembre, la torcia per la pace, è accompagnata da una staffetta di agenti della Polizia Penitenziaria in bicicletta e toccherà diversi luoghi della Basilicata prima di proseguire il suo viaggio. “Assume un significato ancora più forte in questo momento storico”, ha dichiarato l’ispettore di Polizia Penitenziaria Marisa Di Pierro, “visto il conflitto nel cuore dell’Europa che affligge il popolo ucraino.

L’iniziativa promossa dal dirigente del carcere di Milano-Opera Amerigo Fusco, è stata accolta con entusiasmo in tutta Italia. In ogni tappa la torcia è accompagnata da cicloamatori e si propone l’obiettivo di diffondere i valori della pace, della solidarietà e dell’ecosostenibilità. In Basilicata ci accompagna Fidas Basilicata e proprio il 12 marzo, faremo tappa a Brienza dove si trova il Santuario Regionale del Donatore di Sangue, nella Chiesa del Crocifisso. Come in tutta Italia e in ogni tappa, anche a Brienza consegneremo una Croce, verrà benedetta la torcia da Don Beniamino Cirone, che alle 17:30 officerà la Santa Messa nella Chiesa della Ss. Annunziata. La condivisione dei valori con Fidas Basilicata ci permetterà di affiancare la promozione dei corretti stili di vita e della condivisione, che sono alla base del gesto del dono del sangue”. Marisa Di Pierro, oltre ad essere ispettore della Polizia Penitenziaria, è infermiera volontaria che opera in diverse associazioni ed è responsabile, da oltre 15 anni, del Gruppo di Donatori di Sangue Fidas Polizia Penitenziaria di Potenza e Melfi.

“Un’occasione di riflessione importante a cui non ci siamo sottratti per continuare a operare come costruttori di pace e solidarietà nella nostra terra”, il pensiero del Presidente di Fidas Basilicata, Pancrazio Toscano. L’accoglienza delle sezioni Fidas prosegue e, il 16 marzo alle 15:30, la torcia per la pace arriverà a Potenza, dove un corteo in bici transiterà da Potenza Ovest fino a Piazza Don Bosco. L’arrivo a Matera è previsto per giovedì 17 nei pressi della Chiesa di San Francesco.

Tappe intermedie con il sostegno di Fidas Miglionico e Fidas Irsina per poi giungere a Melfi prima di ripartire per la regione Puglia.

La Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria hanno notificato l’Avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 29 indagati, all’epoca dei fatti detenuti nella Casa circondariale di Matera, nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di “Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”. In altri termini, agli indagati viene addebitato, a vario titolo, di aver introdotto di nascosto in carcere alcuni telefoni cellulari e SIM Card e di averli utilizzati violando il divieto di introduzione e uso di telefonini disposto dalla legge e dal Direttore dell’Istituto di pena per ragioni di ordine e sicurezza pubblica.

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