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Nel campo della filologia, Pisticci vanta un vero primato avendo dato i natali a due tra gli studiosi più famosi, ma purtroppo ignorati nel loro paese. Adottando un rituale latineggiante, come è costume tra gli umanisti, Iulius Pomponius Laetus, (al secolo Giulio Sanseverino) e Petrus Aloisius Leone (Pietro Luigi Leone), seppure vissuti a distanza di secoli sono stati protagonisti di importanti scuole accademiche. Anzi fu il prof. Leone a riscoprire il Leto pubblicando uno studio monografico e smentendo le risultanze affrettate cui erano giunti gli altri ricercatori.
Per Leone, dunque, scomparso da poco tempo, il suo concittadino Giulio, vera gloria del suo paese, era nato nel 1427 nel castello di Pisticci, dal principe Sanseverino e dalla pisticcese Maria Malvasi, una popolana del posto. Una vita difficile la sua, incompreso dalla matrigna e relegato in una dimensione secondaria di corte. Dotato di una viva intelligenza, trovò conforto nello studio, trasferendosi poi a Roma dove frequentò le accademie umanistiche ed adottando il nome di Pomponio Leto. Finchè fondò l’Accademia Umanistica Romana e ebbe tra i suoi allievi il Valla e il Poliziano. “La patria di Giulio Pomponio Leto” di Pietro Leone, estratto da “Nuovi Orientamenti” n. 91, anno XVI (marzo-aprile 1985–Gallipoli), è lo studio più recente sui natali dell’umanista.
Leone, pienamente convinto delle origini pisticcesi del Leto, confuta le conclusioni cui sono pervenuti gli altri studiosi e ritiene priva di valore la tesi sui natali piacentini addotta dal Giovio, che fa nascere Pomponio, in provincia di Salerno, alla destra del Sele, indicata dagli storici come regione dei Picentini e non alle Marche. Per questo è molto probabile che l’aggettivo Picentinus abbia sostituito nella tradizione raccolta dall’alto prelato comasco, l’originario Pisticinus (nativo di Pisticci). Pietro Leone, accademico e emerito della cultura, durante gli anni proficui di insegnamento di “Filologia Bizantina” e di “Civiltà Bizantina”, presso l’Università di Napoli e del Salento di Lecce, dove ha insegnato per più di trenta anni, fino al novembre 2010, oltre ad approfondire gli studi già intrapresi, avviò nuove ricerche sulle opere di Niceforo, Gaza e Giovanni Tzetzes. E di quest’ultimo, grammatico e funzionario di Costantinopoli del secolo XII, subì il grande fascino di scrittore.
Tra le sue varie iniziative, la perfetta organizzazione del Quarto Congresso Nazionale di Studi Bizantini dal 21 al 24 aprile 1980. I suoi colleghi ed estimatori gli hanno dedicato i “Satura Rudina Studi in onore di Pietro Luigi Leone” a cura di Giovanni Laudizi e Onofrio Vox, Lecce. 2009. Due tra i più grandi filologi nati in terra pisticcese, un vero e proprio primato che hanno onorato la loro città e che meritano pertanto di essere ricordati ai posteri in maniera degna e riconoscenza, Oggi a Pomponio sono dedicati altrove licei e istituzioni culturali. A dire il vero l’antica piazza di Sant’ Antonio Abate di Pisticci fu intestata nel corso dell’800 al Leto, ma nel 1921 il sindaco Alessandro Bruni la mutò in via Montefinese, sindaco di Ferrandina ucciso qualche mese prima nel suo paese durane alcuni tumulti.
Giuseppe Coniglio